Scorie radioattive a Capriano Un milione per neutralizzarle

di Cinzia Reboni
Il viceprefetto Stefano Simeone  segue la partita scorie radioattiveFondi in arrivo anche per   la discarica radioattiva di Capriano
Il viceprefetto Stefano Simeone segue la partita scorie radioattiveFondi in arrivo anche per la discarica radioattiva di Capriano
Il viceprefetto Stefano Simeone  segue la partita scorie radioattiveFondi in arrivo anche per   la discarica radioattiva di Capriano
Il viceprefetto Stefano Simeone segue la partita scorie radioattiveFondi in arrivo anche per la discarica radioattiva di Capriano

Mentre si accende il dibattito sulla futura localizzazione del deposito nucleare nazionale, in provincia di Brescia qualcosa si muove sul fronte della messa in sicurezza dei siti con scorie radiottive. DOPO UN’ESTENUANTE operazione diplomatica arriveranno i fondi anche per la bonifica della discarica Metalli Capra di Capriano, il «sudario» ai piedi del Montenetto che con le sue 82.500 tonnellate di scorie contaminate da Cesio 137 ha una potenza radioattiva di mille Giga becquerel, e figura al secondo posto nella classifica delle dodici principali «criticità» nazionali stilata dall’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Il Prefetto di Brescia, Attilio Visconti, ha ottenuto dal ministero la garanzia dello stanziamento di un milione di euro per la sua messa in sicurezza, dopo che la discarica era stata esclusa dalla prima «lista» di siti bresciani che faranno «un po’ meno paura» grazie ad un investimento di oltre 5 milioni. «Per la bonifica della discarica Metalli Capra gli organi tecnici si stanno interfacciando con il ministero dell’Ambiente, che ha chiesto di rivedere alcuni aspetti del piano di sicurezza - conferma il vice prefetto Stefano Simeone -. Per quanto riguarda il finanziamento di tutti i siti da bonificare, dopo che ad ottobre era stato deciso che i fondi non sarebbero stati affidati in gestione alla Prefettura, che non ha un capitolo di spesa idoneo, il passaggio ha previsto la restituzione del finanziamento dal ministero dell’Ambiente al Mef, che l’ha girato al ministero dell’Interno che dovrà decidere le modalità di investimento e di distribuzione. Si può ipotizzare che entro la fine di gennaio verranno stabilite le modalità di gestione». IL MILIONE di euro per Capriano va dunque ad aggiungersi ai 5.125.830 euro che garantiranno gli interventi su 6 dei nove siti che il prefetto Visconti aveva segnalato in quanto bisognosi di un’urgente bonifica. Un milione di euro è stato destinato all’Alfa Acciai di Brescia, dove nel 1997 venne fusa una partita di rottame proveniente dall’Est Europa contenente Cobalto 60 e Cesio 137 (le 500 tonnellate di materiale contaminato, insieme a quello provocato da altro incidente accaduto nel 2011, sono blindate in un bunker a prova di dispersione), e, sempre in città, alla ex Cagimetal, che nei pressi dell’ex cava Piccinelli custodisce 1.800 tonnellate di rifiuti al Cesio. Stessa cifra stanziata per gli stabilimenti della Metalli Capra di Montirone (19 fusti e 12 cassoni metallici) e Castel Mella (25 contenitori metallici e 3 big bag), e per la Iro di Odolo, teatro di un «incidente» nell’agosto del 2018, mentre per gestire le scorie stoccate nei fusti alla Service Metal Company di Mazzano sono stati messi a disposizione 125.830 euro. IL MILIONE NON BASTERÀ a disinnescare la «bomba radioattiva» di Capriano: per il piano di messa in sicurezza - che prevede l’installazione congiunta sia dei diaframmi perimetrali, sia la copertura superficiale in grado di sigillare il corpo di discarica dalle matrici ambientali circostanti - servirà una somma che galleggia attorno ai 5 milioni. Al momento non è finanziariamente sostenibile il trasferimento delle scorie in siti speciali del nord Europa come ipotizzato dall’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. L’operazione resta comunque sul tavolo degli esperti del Governo. Tornando alla dotazione di risorse ministeriali non sono invece stati ammessi al finanziamento, per ora, il sito dell’Acciaieria Veneta di Sarezzo ed una raffineria di Lumezzane. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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