Roccoli riaperti: il Tar ferma ancora la Regione

di P.BAL.
Il presidio anti roccoli organizzato sabato davanti alla Regione
Il presidio anti roccoli organizzato sabato davanti alla Regione
Il presidio anti roccoli organizzato sabato davanti alla Regione
Il presidio anti roccoli organizzato sabato davanti alla Regione

Chi immaginava di vedere le reti montate negli impianti scelti dal primo ottobre dovrà ricredersi: i roccoli (bresciani, bergamaschi e lecchesi) che la Regione ha voluto riaprire per catturare poco meno di 13 mila uccelli selvatici da rinchiudere in gabbia a vita e usare come richiami vivi dovranno restare blindati. Almeno fino al 10 ottobre compreso. Lo stop è stato imposto da un decreto cautelare urgente di sospensiva della delibera regionale emesso dal presidente della quarta sezione del Tar Lombardia. Il merito è del legale delle associazioni che hanno presentato ricorso al provvedimento del Pirellone. Ricordando a nome di Lac, Lav, Enpa, Lipu e Wwf che il ricorso stesso sarebbe stato discusso appunto il 10 ottobre, ma che i roccoli avrebbero ripreso a funzionare prima creando una situazione di presunta illegalità, l’avvocato milanese Claudio Linzola è riuscito a ottenere una sospensiva anticipata e a termine. Che potrà essere o non essere confermata nel giorno del dibattimento. INTANTO però le associazioni promotrici del ricorso festeggiano, e all’elenco si aggiunge Legambiente, che non ha fatto parte dei ricorrenti per un disguido, e che attraverso il responsabile fauna nazionale Nino Morabito e il responsabile caccia dei circoli bresciani Silvio Parzanini si augura che «i giudici del Tar sospendano definitivamente questo sciagurato provvedimento della Lombardia». Festeggia naturalmente la Lac, prima promotrice dell’iniziativa giudiziaria, ricordando che «l’uccellagione legalizzata era stata approvata dalla giunta regionale anche contro il parere negativo dell’Ispra e del ministero dell’Ambiente, e nonostante la cattura di volatili selvatici per la caccia da appostamento sia già stata oggetto di una procedura di infrazione per la violazione della Direttiva uccelli». Festeggia la Lipu, che ora «attende la diffida e l’annullamento della delibera da parte del Governo, e la risposta della Commissione europea alla nostra denuncia», e pure il Movimento 5 Stelle, che cita proprio la diffida governativa «già inviata dalla presidenza del Consiglio dei ministri a Milano perché azzeri il provvedimento - afferma il consigliere regionale Ferdinando Alberti - anche su nostro sollecito». «La Regione - conclude Alberti - spende soldi e lavoro per soddisfare inaccettabili richieste di una parte del mondo venatorio la cui arroganza e le cui pretese crescono proporzionalmente al calo numerico dei praticanti». •

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