La Valle del Garza mette alla porta Duferco

di Marco Benasseni
L’area interessata dal progetto della centrale turbogas nell’ex Stefana di NaveAldo ManzatoGiampietro Marelli
L’area interessata dal progetto della centrale turbogas nell’ex Stefana di NaveAldo ManzatoGiampietro Marelli
L’area interessata dal progetto della centrale turbogas nell’ex Stefana di NaveAldo ManzatoGiampietro Marelli
L’area interessata dal progetto della centrale turbogas nell’ex Stefana di NaveAldo ManzatoGiampietro Marelli

L’amore per il proprio paese e per il futuro delle nuove generazioni ha smosso la coscienza ambientale di un gruppo di cittadini che negli ultimi mesi si sono mossi per contrastare il progetto della multinazionale Duferco che vorrebbe aprire a Nave una centrale turbogas e due nuove linee per il trattamento delle scorie e dei rottami dell’acciaieria. Da questa premessa è nato il Comitato per la Valle del Garza che si è presentato ieri pomeriggio per fare il punto sull’affaire Duferco. «Il gruppo nasce sul caso della centrale da un’iniziativa spontanea - ha esordito il presidente Aldo Manzato - Sono approdato a Nave nel 2006 e vorrei continuare a vivere bene in questo paese. Al di là della Duferco, oggi al centro dell’attenzione, vogliamo presentarci come un osservatorio sulle problematiche del territorio. La nostra vuole essere un’azione che lavora in sinergia con le realtà già presenti». Il direttivo ha ricordato che il caso è tutt’altro che chiuso. Per quanto riguarda la centrale, le istituzioni si sono espresse in maniera negativa, ma sul piatto ci sono altri due progetti industriali che interessano all’azienda. «La palla ormai è in mano al ministero - ha ricordato Giampietro Marelli, già rappresentate del Comitato per la salvaguardia del territorio di Nave e ora membro del nuovo sodalizio - Per l’impianto di trattamento delle scorie c’è un vuoto normativo, ma per la linea di lavorazione dei rottami c’è una concreta possibilità che l’azienda decida di ripresentare la domanda e dar seguito al progetto». I PROMOTORI hanno rimarcato che non sono quelli che non vogliono portare lavoro sul territorio, ma è fondamentale che le tematiche del lavoro non si scontrino con quelle ambientali. «La nostra non vuole essere un’attività ostativa, bensì di sensibilizzazione. Progettare soluzioni anche innovative obbliga progettisti e amministratori a compiere un sforzo nuovo - continua il presidente - La viabilità, in caso questi progetti prendessero vita, non deve trovare soluzioni che fanno parte del passato. Uomini e merci possono viaggiare in modo diverso rispetto ad oggi. Se dovessimo immaginare un cambiamento ci piacerebbe partire dallo sviluppo di collegamenti già esistenti, come quello della metropolitana. Le merci invece potrebbe viaggiare su mezzi elettrificati, su esempio di quanto verrà realizzato per la Brebemi dove prossimamente si sposteranno camion ibridi a trazione anche elettrica». Oltre al timore per il traffico pesante, che le nuove attività industriali porterebbero sulle strade di Nave, c’è la preoccupazione per un possibile crollo del mercato immobiliare e per il peggioramento della qualità dell’aria, che verrebbe messa a dura prova dai camini della centrale turbogas. Ad accompagnare il comitato ci sono anche i componenti del gruppo comunicazione. «Il caso Duferco è soltanto la punta dell’iceberg - dichiarano Ugo Pasinelli e Nicole Barre - L’affaire Duferco rientra in un quadro bresciano scandaloso che non ha purtroppo il giusto risalto mediatico». •

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