Il caso cascina Capponi «Un sogno troppo caro»

di M.BEN.

Tirata in ballo dai promotori privati in un progetto di cui si è già occupata senza trovare vie d’uscita, l’amministrazione comunale di Villa Carcina commenta e accoglie in modo chiaramente positivo la raccolta di fondi avviata attraverso Facebook da un privato cittadino che vorrebbe ristrutturare la cascina Capponi. Peccato che per portare a termine l’operazione serve davvero molto: oltre 600 mila euro, per essere precisi. Una somma che sarà difficile raccogliere per Nicola Corini, promotore dell’iniziativa, il quale oggi avrebbe potenzialmente racimolato circa 2000 euro attraverso la piattaforma social. «QUESTO è un progetto che abbiamo da sempre a cuore - commenta l’assessore Stefano Colosio rispondendo indirettamente al piano e alle sollecitazioni private -. La verità però è che di fondi non ne abbiamo trovati. Abbiamo interpellato più enti ma non siamo mai riusciti a individuare fonti di finanziamento. Abbiamo provato di tutto, partecipato a bandi di diversa natura, ma per ora nulla. Speriamo di portare presto a casa i soldi che servono per recuperare la cascina. L’uso previsto sarà senza dubbio sociale». L’obiettivo sarebbe quindi quello di trasformare il rudere in una struttura per l’accoglienza di scolaresche, permettendo ai ragazzi con disabilità di vivere un’esperienza nella natura. Non si esclude neppure l’idea di trasformarla in una casa vacanza, ma sempre per un’utenza particolare. Colosio sottolinea che la Capponi non è in vendita, e che per un eventuale recupero servirà l’interesse di un ente sovracomunale. E anche una cooperativa che si occupi della gestione; ma questo è il minore dei problemi. •

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