Tragica caduta dal
ponteggio: le cause
rimangono un mistero

di Massimo Pasinetti
Il cartello dell’Ats posto sull’area sotto sequestro
Il cartello dell’Ats posto sull’area sotto sequestro
Il cartello dell’Ats posto sull’area sotto sequestro
Il cartello dell’Ats posto sull’area sotto sequestro

La comunità di Mura è ancora sotto shock per la tragica fine del 52enne Gheorghe Voicu, precipitato lunedì pomeriggio dal ponteggio che stava allestendo intorno alla Pieve interessata da un progetto di ristrutturazione. Il cantiere più atteso da tempo dalla piccola comunità valsabbina si è bagnato del sangue di un artigiano. Una tragedia che ha profondamente colpito la comunità. Ieri molte persone hanno visitato il luogo teatro del dramma per deporre un mazzo di fiori o recitare una preghiera. L’ARTIGIANO è caduto da circa 15 metri mentre stava sistemando i ponteggi che dovevano garantire la sicurezza dei muratori. Agli abitanti di Mura tanti fiera della Pieve non sembra ancora vero che la rinascita dello storico edificio debba passare attraverso il sacrificio di Gheorghe Voicu, in Italia dal 2007 e che fino al 2013 ha vissuto a Gavardo per poi trasferire la residenza a Carpenedolo, ma tenendo il domicilio a Nuvolento, a poca distanza dal fratello che con la famiglia continua a vivere a Gavardo. Gheorghe invece viveva da solo, la sua famiglia è rimasta in Romania. Intanto il cantiere dei ponteggi posati dagli operai di una ditta milanese che aveva ricevuto il lavoro dall’azienda vincitrice della complessa opera di restauro della Pieve (tra loro anche Gheorghe ed il fratello) non è stato sequestrato se non nella ristretta zona dove è avvenuta la tragedia, sul retro della chiesa, in corrispondenza del campanile. La salma del povero artigiano è stato portato nella camera mortuaria dell’ospedale La Memoria di Gavardo, dove l’autorità giudiziaria ha disposto l’autopsia per stabilire se a determinare la caduta mentre stava per scendere dalle impalcature sia stato un malore od altro. Anche la sindaca di Mura Nicola Flocchini è apparsa provata dalla tragedia di lunedì pomeriggio. Ancora incredula racconta: «Ero partita con molto entusiasmo, convinta che la nostra chiesa, per quanto l’opera sia costosa, andasse risistemata più bella di prima. Ma ora, è davvero brutto che i lavori debbano iniziare subito dopo la morte di un uomo caduto mentre era intento ai preparativi per il via ai restauri». INTANTO TOCCHERÀ ai carabinieri di Vestone, guidati dal maresciallo Emanuele Marini, giunti anch’essi sul posto dopo l’incidente assieme ai tecnici dell’Ats, occuparsi dei rilievi necessari, se possibile, a dare una risposta sul perché e sulla dinamica della caduta. Sull’ennesimo infortunio sul lavoro intervengono anche le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil che dopo aver denunciato l’ennesimo «tributo di sangue» annunciato per lunedì 30 settembre un presidio sotto il palazzo della Regione Lombardia. •

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