Scarichi e stoccaggi, un incubo industriale

di Paolo Baldi
Gestione dei rifiuti speciali: l’illegalità è diffusaUn controllo degli scarichi
Gestione dei rifiuti speciali: l’illegalità è diffusaUn controllo degli scarichi
Gestione dei rifiuti speciali: l’illegalità è diffusaUn controllo degli scarichi
Gestione dei rifiuti speciali: l’illegalità è diffusaUn controllo degli scarichi

Chissà se sulle pareti c’era il cartello obbligatorio che avvisa del divieto di fumare? C’è da sperarlo, perché l’aria in un’officina valsabbina finita nei guai era già pesante. Non solo quella inquinata sparata in atmosfera da tre camini non autorizzati, ma anche quella interna al capannone. È stato lo stesso titolare a spiegare che per evitare di sprecare il calore del riscaldamento lo recuperava reindirizzando all’interno le emissioni (calde, appunto) delle cappe di aspirazione. Che vista l’attività contengono fumi e particelle metalliche. Un bell’affresco sulla sicurezza sul lavoro, oltre che sul rispetto dell’ambiente; uno dei tanti emersi dalle ultime operazioni portate a termine dai carabinieri forestali della stazione di Vobarno con un corollario di denunce penali e sanzioni amministrative: grazie agli ultimi accertamenti, solo queste ultime hanno quasi raggiunto i 268 mila euro. L’elenco dei controlli si apre con quello avvenuto in uno stabilimento per la pulitura e la lucidatura di metalli di Preseglie in cui si effettuavano anche operazioni non previste, come la burattatura, e che lavorava senza alcuna titolarità alla luce delle nuove autorizzazioni ambientali entrate in vigore nel 2010. Fuorilegge dentro, l’officina lo era anche fuori, grazie all’accumulo di notevoli quantità di scarti industriali stoccati sul posto da anni: il gestore, semplicemente, non sapeva cosa è il registro di carico e scarico dei rifiuti. A PRESEGLIE scaricavano anche illecitamente in atmosfera, ma complessivamente, durante i loro accertamenti i militari hanno scoperto in diverse aziende sette diversi camini installati senza permesso; confrontandosi ripetutamente con depositi illeciti e violazioni della tracciabilità dei rifiuti. Come nel caso dell’impianto di verniciatura di componenti metalliche di Odolo, nel quale avevano realizzato artigianalmente un camino di scarico che in realtà perdeva fumi direttamente nell’ambiente di lavoro, e dove hanno rimediato anche 30mila euro di sanzione per la presenza di fusti pieni di oli ed emulsioni lasciati allo scoperto e, anche qui, per una gestione allegra del registro di carico e scarico. O COME NELLA pressofusione dell’alluminio di Sabbio Chiese, che si era dotata senza dirlo a nessuno di due nuovi impianti collegati ad altrettanti forni che scaricavano liberamente sopra il capannone. Nel mirino dei carabinieri forestali anche un bar e un autolavaggio confinanti a Bione, sorpresi a smaltire illegalmente i reflui non depurati delle rispettive attività nelle fognature, e un’acciaieria odolese che aveva violato l’Autorizzazione integrata ambientale per la mancata installazione di dispositivi per la misurazione della portata degli scarichi. DURANTE la loro attività i militari della stazione valsabbina sono poi arrivati fino a Castenedolo, sanzionando i gestori di un impianto per il recupero di rottami metallici: il capannone era già stato riempito oltre il limite stabilito dalla Provincia, non era stato rispettato l’obbligo di analizzare chimicamente i materiali e proprio durante il controllo è arrivato anche un altro carico. Il mezzo dell’autotrasportatore è stato sequestrato perché stava consegnando anche scarti pericolosi, come vecchi motori contenenti ancora lubrificanti e altri liquidi inquinanti, e il conducente è stato denunciato per la mancata iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali. Si trattava di un trasporto illecito, insomma; come altri sette scoperti sempre dai carabinieri forestali nella loro attività investigativa svolta tra Odolo e Calcinato, e conclusi con altrettante denunce. •

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