Sara morì nel tunnel: assolto dirigente Anas

di PA.CI.
I genitori della ragazza da anni chiedono giustizia per la figlia
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I genitori della ragazza da anni chiedono giustizia per la figlia

«Ho sperato che potesse esserci un cambiamento. Purtroppo non è stato così». Maria Luisa Massardi commenta così la decisione del tribunale di Brescia di assolvere l’unico imputato per la morte di sua figlia Sara deceduta a 22 anni nel 2012 in un incidente stradale a Prevalle nel sottopasso della 45bis allagato dalla pioggia della notte precedente. La sua Punto finì frontalmente contro un’altra auto e per la ragazza non ci fu nulla da fare. ALLA SBARRA era finito Massimo Castiglioni, 52enne funzionario dell’Anas che a quel tempo dirigeva il comparto dell’azienda competente per quel tratto di strada. Omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme della disciplina della circolazione stradale il reato contestato al funzionario dell’Anas. Per il lui il pubblico ministero Corinna Carrara aveva chiesto una condanna a un anno e mezzo di reclusione. Il giudice Maria Chiara Minazzato lo ha invece assolto per non avere commesso il fatto. PER LA MORTE di Sara Comaglio, originaria di Muscoline ma residente a Gavardo e agente della polizia Locale di Gussago, è stato condannato (la sentenza è definitiva) a sei mesi di reclusione un cantoniere. « Castiglioni non poteva non sapere dei problemi di quel sottopasso - ha sottolineato la pubblica accusa nella sua requisitoria - Per questo in qualità di responsabile dove intervenire». Il giudice ha invece accolto la tesi dei difensori del 52enne secondo cui il dirigente dell’Anas ha svolto con «grande cura la sua attività sia prima che dopo l’incidente». I difensori del 52enne, gli avvocati Ricci e Stellari hanno convinto sulla mancanza del nesso di causalità: la morte di Sara non sarebbe stata una conseguenza di una azione, o meglio, di una omissione da parte di Castiglioni. «La presenza di un’altra pompa non avrebbe impedito l’allagamento - hanno sostenuto i difensori del funzionario Anas - Quel giorno una era fuori uso per un pezzo di legno trasportato forse dall’acqua che regolarmente scendeva dai campi vicini. Anche l’alta velocità a cui viaggiava la vittima può avere favorito l’incidente». Le motivazioni sono attese entro 90 giorni. •

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