Sanificano la Rsa poi pranzano tutti insieme

di Massimo Pasinetti
Un’istantanea del pranzo vietato e non protetto diffusa via socialLa tavolata a rischio coronavirus è stata ospitata dalla sede alpina
Un’istantanea del pranzo vietato e non protetto diffusa via socialLa tavolata a rischio coronavirus è stata ospitata dalla sede alpina
Un’istantanea del pranzo vietato e non protetto diffusa via socialLa tavolata a rischio coronavirus è stata ospitata dalla sede alpina
Un’istantanea del pranzo vietato e non protetto diffusa via socialLa tavolata a rischio coronavirus è stata ospitata dalla sede alpina

Prima la sanificazione affrontata con tute tecnologiche e maschere da guerra chimica, poi il «pranzo sociale» per festeggiare l’iniziativa, tutti insieme al tavolo in un gruppo numeroso e senza alcuna protezione. Sembra una barzelletta e invece è tutto vero. Il pranzo vietato e ad alto rischio sanitario consumato a Vobarno è stato immortalato dai social e denunciato con una interpellanza al sindaco vobarnese, Paolo Pavoni, dal gruppo di minoranza «Impegno civico». «Sottoponiamo alla sua attenzione la trasgressione alle norme sul divieto di assembramento o incontro in luoghi chiusi», scrivono quelli dell’opposizione ricordando cosa è successo sabato scorso dopo la sanificazione della casa di riposo «Irene Rubini Falck» da parte dei militari del settimo reggimento Nbcr dell’esercito, affiancato in quella operazione dagli alpini della Protezione civile del Villaggio Prealpino. Successivamente all’intervento, «molte persone si sono riunite a pranzo nella sede degli alpini di Vobarno, col rancio preparato dalle stesse penne nere guidate dal capogruppo Edo Facchini (prima è toccato all’alzabandiera nel piazzale, e alla fine all’inno di Mameli), e il pranzo è documentato sui social locali. Chiediamo al sindaco se sa che vi ha preso parte anche il presidente della Fondazione Giuseppe Valdini, con altre persone che operano nella Rsa, e se tal comportarsi non rappresenta una trasgressione delle direttive governative e regionali laddove “...è fatto divieto di incontri in luoghi chiusi e assembramenti...”». TANTE le domande che la minoranza pone al sindaco chiedendo una sua risposta scritta. Per esempio chiede «se questo non è un messaggio diseducativo e offensivo per i cittadini che ogni giorno sono in coda davanti ai negozi rispettando con rigore le indicazioni anche del nostro Comune, e se questo non è un atto sanzionabile per legge». E ancora: «Il sindaco ha coscienza di come a un incontro così affollato possono aver partecipato, a loro insaputa, persone positive asintomatiche? E che questa ipotesi non potrebbe aver vanificato la stessa sanificazione causando una nuova esplosione del virus tra personale e ospiti della casa di riposo?». •

Suggerimenti