Rischiò una strage: condannato

di PA.CI.
I segni lasciati dalla esplosione
I segni lasciati dalla esplosione
I segni lasciati dalla esplosione
I segni lasciati dalla esplosione

La sera del 28 aprile di tre anni una sua imprudenza avrebbe potuto provocare delle vittime. Diego Manessi quella sera era nella cantina della casa di Villanuova sul Clisi dove stava con moglie e figli. L’operaio 40enne stava maneggiando un ordigno bellico raccolto qualche tempo prima. Qualcosa era però andato storto e una violenta esplosione aveva squarciato il silenzio di via Galileo Galilei. Manessi era rimasto gravemente ferito a una gamba e solo il caso aveva impedito che il bilancio fosse molto più grave. A più di tre anni da quella drammatica sera, l’esplosione era avvenuto intorno alle 22, Manessi ieri è stato condannato a due anni di reclusione (la pena è stata sospesa) e al pagamento di una multa da 8mila euro. COSÌ HA DECISO il gup Riccardo Moreschi al termine della udienza preliminare nella quale si è svolto il procedimento celebrato con il rito abbreviato. I difensori dell’operaio, che nelle scorse settimane avevano cercato (senza però «fortuna») di trovare un accordo per il patteggiamento con il pubblico ministero titolare del fascicolo, hanno già preannunciato ricorso in appello contro la condanna. Raccolta e detenzione di materiale bellico i reati per cui è finito davanti al giudice del tribunale di Brescia che ieri lo ha condannato. Manessi, che dopo l’esplosione era stato portato in ospedale con una gravissima ferita sotto il ginocchio, era stato arrestato. Il pm Carlo Milanesi, il magistrato in turno quella sera, lo aveva poi rimesso in libertà. L’uomo aveva raccolto nel seminterrato della sua abitazione una sorta di arsenale privato dove i carabinieri avevano trovato una decina di altri proiettili da guerra di diverse forme e grandezza. ALTRI ORDIGNI erano conservati nell’autovettura di famiglia. Tutti erano potenzialmente molto pericolosi. Soprattutto se maneggiati da mani inesperte come quelle dell’operaio, collezionista di ordigni bellici e improvvisato artificiere. L’esplosione non aveva, come detto, provocato altri feriti ma aveva costretto i famigliari dell’uomo e alcuni vicini a lasciare le loro abitazioni per permettere le operazioni di bonifica. •

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