«Operazione
pettirosso»:
130 denunciati

di Paolo Baldi
Uccelli protetti già pronti per la vendita e fucili sequestrati dai carabinieri forestali del Soarda
Uccelli protetti già pronti per la vendita e fucili sequestrati dai carabinieri forestali del Soarda
Uccelli protetti già pronti per la vendita e fucili sequestrati dai carabinieri forestali del Soarda
Uccelli protetti già pronti per la vendita e fucili sequestrati dai carabinieri forestali del Soarda

Hanno effettuato difficili marce di avvicinamento, innumerevoli e lunghi appostamenti anche sotto la pioggia e visite a sorpresa dall’alta Valsabbia alla provincia di Mantova, sempre sulle tracce dei bresciani che considerano la fauna selvatica come una risorsa da saccheggiare; e anche quest’anno, riproponendo un presidio preziosissimo e ormai ultra ventennale (iniziato ai tempi dell’ex corpo forestale dello Stato), i carabinieri forestali del Soarda hanno portato a termine una campagna di contrasto dei reati venatori dai risultati clamorosi: 130 persone denunciate in nemmeno un mese di lavoro.


NELL’ELENCO dei 130 finiti nei guai c’erano uccellatori «puri», cacciatori con una inguaribile passione per i richiami elettroacustici e le specie protette sorpresi a violare la legge anche nell’alto Mantovano, presunti allevatori di uccelli con centinaia di esemplari in realtà catturati con le reti, oppure rubati direttamente nei nidi, e persino conosciutissimi roccolatori «ufficiali» che, costretti a rinunciare al mestiere (ne riferiamo in un altro servizio) da sospensive e atti governativi avevano rimediato alla nostalgia piazzando reti nel giardino di casa. Senza dimenticare i recidivi, come un giovane dell’hinterland che era stato già denunciato proprio dal Soarda in agosto e che è stato nuovamente sorpreso in azione in ottobre. Sottolineando la collaborazione «delle associazioni ambientaliste Cabs, Lac, Wwf e Legambiente, dei cittadini ma anche dei cacciatori», i vertici del reparto Soarda (Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali) ricordano che i numeri della nuova Operazione pettirosso, attuata dal 5 al 31 ottobre, evidenziano che il fenomeno dell’illegalità venatoria nel Bresciano «è tutt’altro che in regressione». Poi passano a elencare il materiale sequestrato. Dato che capannisti e vagantisti sorpresi a violare la legge non sono mancati, i militari hanno messo i sigilli a 77 fucili da caccia e smantellato 900 «pezzi» tra trappole da uccellagione (le diffuse mini tagliole per insettivori e gli ormai rari ma purtroppo ancora presenti archetti) e reti. Sono stati ben 3.800 gli esemplari di avifauna presi in consegna; prevalentemente uccelli morti appartenenti a specie protette. Quelli vivi, in tutto 840 e tutti di provenienza illegale, sono stati affidati per il recupero (se possibile) e la liberazione in natura al Centro recupero animali selvatici «Il Pettirosso» di Modena. Tra le operazioni più rilevanti c’è stato un maxi sequestro di 250 uccelli di cattura, non ancora cammuffati con anellini contraffatti, appartenenti a un presunto allevatore, uno dei tanti operanti nel Bresciano, custoditi per tenerli al sicuro da occhi indiscreti in un edificio rurale abbandonato nel territorio di Monticelli Brusati.


IL TRAFFICANTE è stato denunciato per ricettazione: uno dei reati contestati ai 130 finiti nel mirino dei carabinieri forestali. Nell’elenco figurano anche il furto aggravato ai danni del patrimonio dello Stato, la contraffazione di pubblici sigilli (diffusissima grazie alla pratica di manomettere gli anellini di identificazione obbligatori per gli uccelli da richiamo), il maltrattamento degli animali, la detenzione non consentita di animali, l’uccellagione, la caccia con mezzi vietati e per finire il porto abusivo d’armi.

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