Maxi depuratore: tregua armata del fronte del «no»

di Alessandro Gatta
Una delle manifestazioni di protesta inscenate contro l’ipotesi di costruire un terminale del depuratore del Garda  a Gavardo e Montichiari
Una delle manifestazioni di protesta inscenate contro l’ipotesi di costruire un terminale del depuratore del Garda a Gavardo e Montichiari
Una delle manifestazioni di protesta inscenate contro l’ipotesi di costruire un terminale del depuratore del Garda  a Gavardo e Montichiari
Una delle manifestazioni di protesta inscenate contro l’ipotesi di costruire un terminale del depuratore del Garda a Gavardo e Montichiari

Cauta soddisfazione, prudente scetticismo. Sono gli stati d’animo del fronte anti-depuratore del Garda dopo il clamoroso cambio di rotta del presidente della Provincia Samuele Alghisi che ha annunciato la convocazione del tavolo tecnico chiamato valutare soluzioni alternative a Gavardo. La Valsabbia e il Chiese e in tempi successivi Montichiari, sarebbero dovuti diventare il terminale degli scarichi fognari del Garda in vista della dismissione condotta sublacuale. Sembrava tutto deciso, intoccabile. Almeno fino a 48 ore fa. «Siamo soddisfatti che il pressing dei sindaci dei paesi affacciati sul Chiese abbia prodotto un primo risultato – osserva Davide Comaglio, primo cittadino di Gavardo -. Finalmente verranno coinvolti i territori, e spero che la convocazione arrivi in pochi giorni, perché adesso non c’è più tempo da perdere». La road map fissata da Alghisi prevede un primo incontro con Acque Bresciane, martedì. Poi seguirà una riunione con i presidenti delle Comunità Montane di Valle Sabbia e Garda, a cui saranno invitati anche i sindaci interessati all’attuale progetto, Gavardo e Montichiari. «Auspichiamo che oltre a poter visionare il progetto – continua Comaglio – si cominci davvero a lavorare per trovare una soluzione alternativa condivisa, meno impattante e sostenibile economicamente, e che non preveda lo scarico dei reflui nel fiume Chiese». Se ne parlerà sempre a Gavardo anche giovedì prossimo, quando è stato convocato un consiglio comunale ad hoc. E poi ci sono gli ambientalisti: alle ipotesi avanzate in questi giorni dal Comitato referendario per l’acqua pubblica, ossia di realizzare gli impianti di depurazione a Salò, nell’ex Tavina, e a Lonato nelle ex cave Vezzola, si aggiunge la proposta del Comitato Gaia di Gavardo, che propone di realizzare il depuratore per l’alto Garda a Toscolano. «Dato che tutti i tubi esistenti arrivano già a Toscolano – spiega il presidente di Gaia Filippo Grumi – perché non mantenerli e fare in loco il nuovo depuratore? Il costo dell’operazione si limiterebbe al costo del depuratore, e non all’inversione di tutta la condotta fino a Salò e la nuova condotta in salita fino a Gavardo». SU QUANTO DICHIARATO da Alghisi, Grumi sottolinea «la nuova presa di posizione del presidente, che implicitamente ammette di aver perso 4 mesi, perché questo tavolo tecnico lo si poteva fare subito: prima di convocare qualunque tavolo, comunque, sarebbe meglio che Acque Bresciane e Ato mettano a disposizione i documenti, come richiesto, così da convocare il tavolo dopo l’estate, quando anche i sindaci avranno avuto il tempo di consultare la documentazione. La nostra richiesta non cambia: che si facciano le migliori valutazioni possibili ma considerando tutti i corpi recettori, oltre al dato inderogabile che il depuratore si faccia sul lago, perché non c’è legge, o motivo economico o ambientale che lo vieta». •

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