Le vittime della pandemia? In paese i conti non tornano

di M.ROV.

Qui ha colpito meno che altrove, ma anche la Valsabbia ha fatto e sta facendo i conti con gli effetti drammatici della pandemia. E anche qui si registra una notevole differenza tra i numeri ufficiali dei decessi da coronavirus comunicati dall’Ats e ciò che emerge scorrendo i necrologi. Lo scorso 30 aprile, secondo i dati forniti dall’Azienda tutela della salute le vittime della pandemia nei 25 comuni Valsabbini sarebbero arrivate a 98, con un totale di quasi 700 casi di positività alla luce dei tamponi effettuati. Cosa non va? Abbiamo preso come esempio Bagolino, un Comune medio grande con 3.963 abitanti. Qui secondo i dati ufficiali, al 30 aprile i contagiati sarebbero una cinquantina, e 12 le persone uccise dal virus. Ma la realtà sembra diversa. ANCHE se geograficamente piuttosto isolato, Bagolino ha fatto i conti con due Rsa presenti sul territorio e con una festa di Carnevale che, pur se interrotta, è iniziata dopo Natale. I dati non ufficiali? L’anno scorso dal primo gennaio al 30 aprile l’anagrafe locale aveva compilato 21 certificati di morte, mentre nello stesso periodo di questo sfortunato anno lo stesso ufficio demografico ha certificato la scomparsa di 64 persone. Un dato inquietante, che letto esclusivamente attraverso i numeri parla di una mortalità più che triplicata. Non siamo andati a spulciare nelle cause dei decessi, e probabilmente qualcuno se n’è andato per ragioni che nulla hanno a che vedere con il covid 19, ma se fra marzo e aprile del 2019 i decessi sono stati 13, negli stessi mesi del 2020 sono stati 51: un balzo che non passa certo inosservato. Anche da queste parti esistono insomma evidenze a suggerire che i lutti collegati all’infezione siano sottostimati. I numeri esatti non li conosceremo mai, forse ci andranno vicine le statistiche in base alle quali pare che la Valsabbia al momento sia sotto la media provinciale e per contagi e per decessi. Intanto, queste crude cifre possono far riflettere. •

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