La maniglieria di casa piaceva agli americani

di M.PAS.
Uno scorcio del torrente ritrovato con il nuovo alveo in pietra
Uno scorcio del torrente ritrovato con il nuovo alveo in pietra
Uno scorcio del torrente ritrovato con il nuovo alveo in pietra
Uno scorcio del torrente ritrovato con il nuovo alveo in pietra

Era una fabbrica-paese, e naturalmente la Rivadossi oggi finita nel libro dei ricordi era un pezzo assai significativo della storia di Agnosine; ma nel 2009 ha dovuto abbassare il sipario per sempre, sconfitta dalla crisi dopo che 12 anni prima la stessa sorte era toccata all’altrettanto importante «Reguitti». Nata nel 1920 da un’idea del pioniere Giacinto Rivadossi che le ha poi dato il nome, si era concretizzata l’anno seguente con la trasformazione di un vecchio mulino in fabbrica per la produzione di maniglie poco sopra il torrente Bondaglio; il corso d’acqua che allora forniva alla neonata azienda l’energia elettrica necessaria a operare. LA PRODUZIONE partì completamente nel 1922, e la Giacinto Rivadossi spa, nel momento di massimo sviluppo ha avuto circa un centinaio di dipendenti, scesi poi nel 1999, a un passo dalla chiusura, a poco meno di 40. L’allora piccola impresa sfruttò gli anni Venti del Novecento per uno sviluppo assai rapido dovuto alle intuizioni del proprio patron, e proseguì poi conquistando il mercato europeo, che ancora non era «comune», quello di Medio ed Estremo Oriente ma soprattutto, grazie ad un proprio distributore, quello degli Stati Uniti, a cui si aggiunse in seguito il confinante e vastissimo Canada. Poi arrivarono tempi sempre difficili per i maestri agnosinesi della maniglieria, e la storica fabbrica di una vita è stata prima ferita dalla lunga difficoltà che ha attraversato il settore, quindi colpita a morte dalla crisi generale. Ora al suo posto è rimasto uno spazio urbano dedicato al tempo libero delle persone. Uno spazio che non offre lavoro ma un’aria migliore e un torrente ritrovato.

Suggerimenti