Infortuni per coronavirus Brescia a 2.800 denunce

di C.REB.

Le denunce di infezioni da Covid-19 di origine professionale depositate all’Inail non accennano a diminuire. Ben lontano dal picco di marzo e aprile, l’ultimo mese preso in esame ha fatto comunque registrare in tutta Italia 5.600 casi in più, 1.999 soltanto nelle ultime due settimane. Il quinto report ha monitorato, alla data del 15 giugno, 49.021 denunce e 236 decessi. La Lombardia continua ad essere la regione più colpita, con 17.648 casi (il 36%) e 102 morti (il 43,2%). La nostra provincia sfiora quota 2.800 denunce. Il 71,7% dei lavoratori contagiati sono donne e il 28,3% uomini, ma il rapporto tra i generi si inverte nei casi mortali. Dal rapporto Inail emerge che l’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni per i casi mortali. Il 70,3% dei decessi, in particolare, è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quelle over 64 anni (18,6%), 35-49 anni (9,4%) e under 34 anni (1,7%). Rispetto alle attività produttive, il 72,2% del complesso dei casi denunciati e il 26,3% dei decessi si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura, Rsa, residenze per disabili e cliniche), che insieme al settore delle Asl porta all’81,3% la quota delle denunce in complesso e al 36,5% quella dei casi mortali. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero - con gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici e alimentari -, le attività di alloggio e ristorazione ed il commercio. La categoria professionale più coinvolta dai contagi è quella dei tecnici della salute, con il 40,9% delle denunce complessive (circa l’83% delle quali relative a infermieri) ed il 12,8% dei decessi. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 21,3%, i medici con il 10,7%, il personale socio-assistenziali con l’8,5% e il personale ausiliario (portantini e barellieri) con il 4,8%. Il restante personale coinvolto riguarda impiegati amministrativi (2,7%), addetti ai servizi di pulizia (1,8%) e dirigenti sanitari (1,1%). •

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