Il parroco dà la scossa ai pigri dell’elemosina

di Massimo Pasinetti
Il parroco di Sabbio Chiese don Dino Martinelli esorta i fedeli
Il parroco di Sabbio Chiese don Dino Martinelli esorta i fedeli
Il parroco di Sabbio Chiese don Dino Martinelli esorta i fedeli
Il parroco di Sabbio Chiese don Dino Martinelli esorta i fedeli

È un appello ad aprire il cuore e anche il portamonete quello contenuto in una lettera aperta che il parroco di Sabbio Chiese, don Dino Martinelli, ha inviato ai propri parrocchiani. Un invito a una maggiore generosità in occasione della raccolta delle elemosine durante le messe; «solo così potremo sopportare tutte le spese che la parrocchia, come ogni famiglia, deve sostenere per vivere: dalla luce al gas, dal riscaldamento ai fiori, dall’arredamento alle pulizie». DON DINO si occupa delle parrocchie di Sabbio Chiese, Clibbio e Pavone, e ricoda ai feeli che «ogni volta che siamo a messa arriva il momento in cui qualcuno passa tra i banchi col cestino per l’elemosina, il cui significato letterale è “avere compassione”. Ma il cristiano non fa l’elemosina per dare qualcosa che è suo. Lo fa perché è cosciente che lui per primo ha già ricevuto da Dio la vera elemosina, e vuol in qualche modo ricambiare il dono con qualcosa di ciò che possiede». «Nelle nostre comunità prevale l’idea che tutto quello che viene dalla parrocchia debba essere gratis - aggiunge il religioso - e c’è chi contesta un’iscrizione al catechismo o mostra insofferenza se in occasione dei sacramenti viene chiesto un contributo per la parrocchia». Forse l’idea del tutto gratis è legata al pensiero, non certo privo di fondamento, che la parrocchia è (anche) un ente di carità. Ma come copre le spese da sostenere per la propria sopravvivenza? Proprio con le offerte di chi va a messa. Da sempre è la comunità cristiana che provvede al bilancio ordinario e, in alcuni casi, straordinario; come nel caso delle uscite sostenute dopo il terremoto del 2004, che dopo 15 anni vede ancora pesare un debito in mutui di oltre 540 mila euro. «Molti fedeli non hanno piena coscienza di questo - conclude il parroco -. La prova sta ogni domenica nel cestino delle offerte, dove i più gettano qualche spicciolo che nemmeno i loro nipotini vogliono; il superfluo del superfluo». •

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