Il caso del depuratore approda in Procura

di Alessandro Gatta
Un’immagine al computer del depuratore di Gavardo: il progetto è al centro di un esposto in Procura
Un’immagine al computer del depuratore di Gavardo: il progetto è al centro di un esposto in Procura
Un’immagine al computer del depuratore di Gavardo: il progetto è al centro di un esposto in Procura
Un’immagine al computer del depuratore di Gavardo: il progetto è al centro di un esposto in Procura

Il depuratore del Garda finisce in procura. L’esposto alla magistratura è stato promosso da Gavardo Ideale, il gruppo di opposizione, ma sarà supportato anche da cittadini privati. «Avevamo il dovere di prendere una posizione chiara e ribadire la nostra contrarietà al progetto», afferma Marco Molinari capogruppo di minoranza annuciando l’esposto al ministero dell’Ambiente, alla Procura, al Prefetto, all’Arpa e alla Corte dei Conti. L’iniziativa giudiziaria sarà supportata da i rappresentanti dei partiti di centrodestra: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. «CHIEDEREMO ai magistrati – continua Molinari – di appurare se all’interno dell’iter e in seno ai contenuti del progetto si riscontrino eventuali reati di carattere ambientale, illeciti amministrativi sui costi e sui conti dell’operazione. Una parte dell’esposto è dedicata ad aspetti che potrebbero celare violazioni in materia di difesa dell’ambiente e del territorio, quindi non solo del bacino del Chiese ma anche dell’area gardesana». Il dossier sarà presentato in procura prima della convocazione della Conferenza dei servizi. Non sarà un esposto firmato solo dai partiti, ma l’intenzione è quella di coinvolgere i cittadini. «PROMUOVEREMO una raccolta firme organizzata da volontari e collaboratori del centrodestra di Gavardo, anche con dei gazebo - annuncia Marco Molinari -. La speranza è quella di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini, non solo gavardesi ma anche di altri Comuni, e del lago di Garda, che subiranno direttamente le criticità da noi individuate». Ma quali sono queste criticità? «Chiederemo alla procura – sottolinea ancora Molinari – di valutare attentamente le problematiche ambientali già riconosciute sul fiume Chiese, lungo il quale ricordiamo che esattamente due anni fa si è scatenata la terribile epidemia di legionella». Le altre criticità riguardano «i beni storici e ambientali, anche sul Garda: pensiamo alla Torre San Marco di Gardone Riviera e alle zone archeologiche di Salò». E ancora, «la questione turistica: che danni provocheranno i cantieri dal punto di vista economico? I lavori potrebbero durare anche un decennio, e le conseguenze sarebbero inimmaginabili». Ci sono poi questioni idrogeologiche. Molinari cita «la zona di Gargnano e i ripetuti smottamenti», ma anche tecniche. «Il nuovo depuratore di Gavardo, al servizio dell’Alto Garda per 55mila abitanti equivalenti, andrà a insistere nello stesso punto dove presto sarà operativo anche il nuovo depuratore intercomunale della Valsabbia, per 36mila abitanti equivalenti - afferma il portavoce del centrodesta -. Non esiste al mondo una bibliografia in grado di garantire l’efficienza 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, di tubazioni che fanno un salto di 150 metri: gli unici studi ad oggi disponibili, quelli presentati dai Comuni e dai comitati, dimostrano il contrario. Ci chiediamo allora cosa potrebbe succedere se i reflui dovessero tornare indietro: forse un disastro ambientale?». Alla Corte dei Conti si chiederà di valutare se nella soluzione del doppio depuratore di Montichiari e Gavardo, «più costosa rispetto ad altre opzione non emerga un danno erariale e un dispendio ingiustificato di risorse pubbliche». •

Suggerimenti