Da Sabbio Chiese a Capo Nord con una «Panda» di vent’anni

di Massimo Pasinetti
Tre valsabbini e una Panda a Capo Nord
Tre valsabbini e una Panda a Capo Nord
Tre valsabbini e una Panda a Capo Nord
Tre valsabbini e una Panda a Capo Nord

Dalla Valsabbia a Capo Nord alternandosi alla guida di una quasi inossidabile «Panda» 4x4 con vent’anni di strada sulle ruote. Sono stati avventurosi i 10.500 chilometri percorsi da Ruben Alborali, 23enne di Sabbio Chiese, dalla sua fidanzata Lorenza Pavoni, 24enne di Vobarno, e dall’amico Luca Camplani, altro sabbiense di 20 anni. L’idea è venuta a Ruben, proprietario dell’utilitaria che proprio lui, appassionato di meccanica, cura con amore. COME è andata? «Durante il viaggio abbiamo percorso una media di 900 chilometri al giorno e abbiamo bucato una sola volta, ma avevamo con noi due ruote di scorta - racconta Ruben Alborali -. In Polonia si è guastato l’iniettore: con un po’ di inglese e un po’ di polacco ci siamo spiegati e, dopo aver trovato il pezzo da un autodemolitore, l’abbiamo cambiato e siamo ripartiti». Perché la scelta di Capo Nord? «Volevo raggiungere il punto più settentrionale d’Europa e volevo arrivarci col mio Pandino: un sogno condiviso con la mia fidanzata Lorenza e con Luca», rivela Ruben. Sono servite due settimane, e i tre valsabbini hanno festeggiato il Ferragosto in Norvegia. «Dopo aver revisionato l’auto e programmato le tappe siamo partiti da Sabbio toccando Germania, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Poi ci siamo imbarcati su un traghetto che ha attraversato il Mar Baltico ed è toccato a Finlandia, Svezia e Norvegia; fino alla latitudine di 71°10’21”. Per farcela - rivela - abbiamo consumato 750 litri di benzina. Questa avventura on the road ci ha permesso di ammirare paesaggi eccezionali con l’aggiunta del Sole a mezzanotte; splendide foreste e poi la tundra. Senza dimenticare le mandrie di renne, gli alci e tanti gatti selvatici, ben diversi dai nostri “mici”. La mia fidanzata si è anche innamorata delle città del Nord, di Oslo in particolare». «Fino all’Estonia il clima era simile al nostro ovvero un’estate calda - racconta Ruben Alborali -. Poi, salendo verso Nord le temperature sono scese in fretta, anche sotto lo zero, e non è stato sempre semplice dormire dove ci capitava. Ci siamo adattati». Il ritorno ha visto un cambio di percorso attraverso Danimarca, Olanda, Germania e Svizzera. E dopo quest’esperienza? «Nelle intenzioni ci sono altri viaggi, vedremo quanto estremi - rivela Ruben Alborali -. Intanto continuo a curare il Pandino perché sia sempre pronto». •

Suggerimenti