Caccia ampliata, la battaglia è in rete

Nel mirino c’è anche lo storno
Nel mirino c’è anche lo storno
Nel mirino c’è anche lo storno
Nel mirino c’è anche lo storno

La nuova campagna di liberalizzazione venatoria varata dalla Regione Lombardia proprio nel mezzo dell’emergenza sanitaria non ha causato solo gli attacchi mediatici delle associazioni ambientaliste. Nel tentativo di coinvolgere l’opinione pubblica nella battaglia contro quella che definiscono una deregulation a vantaggio del bracconaggio, dieci sigle nazionali (Lac, Lav, Lipu, Wwf, Enpa, Gaia, Legambiente, Gol, Pro natura e Cabs) hanno lanciato una petizione on line sulla piattaforma Change.org. Col titolo «Stop bracconaggio! Stop deregulation venatoria» (il link è https://www.change.org/p/stop-deregulation-venatoria), le associazioni invitano tutti i cittadini a firmare questo appello nel web, premendo così sul consiglio regionale che martedì voterà alcune nuove e pesanti modifiche della legge regionale sulla caccia, mentre gli uffici del Pirellone lavorano da settimane a provvedimenti amministrativi dedicati all’ampliamento delle specie cacciabili e alla riapertura dei roccoli per la cattura di richiami vivi da destinare ai capannisti. Entrando nel dettaglio, le associazioni ricordano tra le tante modifiche alla legge «il via all’uso del visore notturno nella caccia di selezione al cinghiale, strumento vietato dalla legge nazionale in materia; la caccia di selezione al cinghiale tutto l’anno, non azioni di contenimento ma la possibilità di sparare 365 giorni all’anno a fronte di una vigilanza sempre più ridotta, e l’obbligo di indossare giubbotto e cappello ad alta visibilità per le guardie venatorie volontarie: un regalo ai bracconieri che potranno scorgerle a distanza». NON SOLO. Sul tavolo ci sono anche «regali costosi, come la reiterazione a febbraio del finanziamento da 200 mila euro (600 mila euro di tutti i cittadini lombardi stanziati in tre anni) già assicurato lo scorso anno per la manutenzione dei roccoli, al solo fine di prepararli per la cattura con le reti di decine di migliaia di uccelli migratori. Non contento di essere stato fermato nel 2018 e nel 2019 dall’azione legale delle associazioni ambientaliste, dalla diffida della Commissione europea e infine dall’annullamento del Governo, l’assessore regionale all’Agricoltura ha già pronta una nuova deroga per la riapertura illegale». La petizione è già stata sottoscritta da oltre 5mila persone, e l’invito è a firmarla in forze anche per «fermare la riapertura illegittima in via amministrativa non solo dei roccoli, ma anche degli spari in deroga a fringuello, storno e colombo torraiolo». •

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