Una lunga ricerca per scoprire un dramma

di Lino Febbrari
La base operativa dei soccorsi sull’altopiano di MonnoFino a quando il tempo ha retto è stato usato anche un elicottero
La base operativa dei soccorsi sull’altopiano di MonnoFino a quando il tempo ha retto è stato usato anche un elicottero
La base operativa dei soccorsi sull’altopiano di MonnoFino a quando il tempo ha retto è stato usato anche un elicottero
La base operativa dei soccorsi sull’altopiano di MonnoFino a quando il tempo ha retto è stato usato anche un elicottero

Le ricerche di Giacomo Mazzucchelli, il cercatore di funghi di Sale Marasino dato per disperso nel pomeriggio di venerdi in alta Valcamonica, sono riprese all’alba di ieri e sono proseguite per ore, ma purtroppo la fatica degli uomini del Soccorso alpino si è potuta confrontare solo con un corpo ormai privo di vita. Il muratore sessantenne è stato ritrovato cadavere attorno alle 14 in una zona impervia caratterizzata da avvallamenti, salti di roccia, uno dei quali si è probabilmente rivelato fatale per il cercatore, e da una vegetazione particolarmente fitta. Come spiega il delegato della Quinta Delegazione del Cnsas, Pierangelo Mazzucchelli, lo hanno trovato proprio nell’area in cui gli esperti dei salvataggi in montagna ritenevano più probabile la presenza del disperso; area battuta più volte dai volontari fino a quando il corpo è stato localizzato. La vittima era sparita venerdì pomeriggio nella zona di Varadega: in compagnia di un amico era partito da casa col buio per trascorrere la giornata alla ricerca di funghi, e dopo aver raggiunto l’altopiano sopra Monno, i due si sono divisi dandosi appuntamento nel parcheggio dove avevano lasciato l’auto. ALL’ORA stabilita però il 60enne non si è presentato e dopo aver atteso un po’, l’amico ha lanciato l’allarme mobilitando Soccorso alpino, militari del Sagf, vigili del fuoco e carabinieri. Anche due elicotteri sono stati fatti decollare, ed è stata perlustrata una vasta area fino al versante che guarda verso la Valtellina. Poi lo stop a tarda sera per non mettere a repentaglio l’incolumità delle numerose squadre al lavoro, e la ripartenza delle ricerche ieri mattina. Nelle prime ore è stato possibile sfruttare ancora l’elicottero; poi la situazione meteo a quasi duemila metri è peggiorata con l’arrivo della nebbia, e l’aiuto dal cielo è stato interrotto. Così, dopo il ritrovamento, il corpo del sessantenne è stato trasportato con una barella fino al punto in cui è stato possibile caricarlo su un veicolo. «Senza voler colpevolizzare nessuno - commenta a margine della missione Paolo Perlotti, capo della stazione del Cnsas di Edolo che ha coordinato gli interventi - i fungaioli spesso dicono che vanno da una parte e poi magari li ritrovi in una zona distante chilometri. È questa la maggiore difficoltà che incontriamo in situazioni del genere». Poi un appello: «Notiamo che tutti hanno l’abitudine di vestirsi con abiti mimetici. Magari se decidessero di indossare calzoni e giacche dai colori sgargianti sarebbero visibili da lontano, e in caso di necessità chi è impegnato a cercare i dispersi avrebbe meno difficoltà a localizzarli». •

Suggerimenti