Una clinica nei
boschi per gli
animali feriti

di Alessandro Romele
Il centro faunistico di Pisogne nascerà nell’area verde al Dossello
Il centro faunistico di Pisogne nascerà nell’area verde al Dossello
Il centro faunistico di Pisogne nascerà nell’area verde al Dossello
Il centro faunistico di Pisogne nascerà nell’area verde al Dossello

Un approdo sicuro per animali selvatici in difficoltà. Un vero e proprio centro faunistico per tutelare il prezioso patrimonio di creature del bosco. Pisogne sta mettendo a punto l’ambizioso progetto. Già definito il luogo destinato ad accogliere l’oasi. Si tratta di una zona collinare, a pochi chilometri dal centro abitato, ma in un’area abbastanza grande e sicura e sufficiente lontana dal traffico e da altri pericoli. A dare forma a quello che in passato sembrava un sogno irrealizzabile è l’assessore all’Ambiente Nicola Musati supportato dalla Guardia Boschiva e dalle associazioni venatorie del paese. «Abbiamo individuato l’area del Dossello, sul crocevia tra la Val Palot e Passabocche – spiega Musati – dove c’è una sorgente di acqua strategica per dare vita al centro faunistico. Nell’enclave è presente un fitto bosco - sottolinea l’assessore - che rappresenta il contesto ideale per accogliere la struttura veterinaria di cura destinata ad ungulati e rapaci feriti». Il centro sarà suddiviso in sottoaree dedicate alle diverse specie di animali, attrezzata con tutto il necessario: mangiatoie, ripari, abbeveratoi, recinti. «Vogliamo compiere un salto di qualità sotto il profilo della tutela ambientale e faunistica del nostro territorio», afferma Musati che ha già trovato chi potrebbe occuparsi di tutto, o quasi. «Abbiamo parlato con le associazioni venatorie ed ambientaliste di Pisogne e di altri paesi del comprensorio – continua Musati – che, lavorando quotidianamente a stretto contatto con la realtà naturalistica ed ambientale, hanno dato la loro disponibilità ad appoggiare questo importante progetto. Ci piacerebbe anche che il luogo diventasse anche un centro per l’attività didattica così da coinvolgere le scuole nella gestione della struttura». Ovviamente, dopo le cure prestate, gli animali saranno reinseriti nell’ambiente a loro più consono, liberi di scorrazzare nei boschi sovrastanti: non è intenzione di nessuno, infatti, creare uno zoo o peggio, una prigione dorata per cerbiatti e fauni.


L’AMMINISTRAZIONE civica sta valutando le soluzioni e le proposte migliori – comprese quella relativa al settore veterinario, necessario, se non imprescindibile, in un Centro per il Ricovero Faunistico - al fine di avere al più presto un progetto concreto, per poi sottoporlo ai vari stadi decisionali e alle varie commissioni che, ad un certo punto, saranno chiamate ad esprimersi sulla questione. «Siamo fiduciosi – conclude Musati – perché crediamo che sia una proposta interessante, che farà del bene sia alla fauna che al territorio».

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