Turbativa d’asta,
scatta l’arresto
del sindaco

di M.P.
Il municipio di Paspardo: al centro dell’inchiesta della procura i  lavori di riqualificazione energetica
Il municipio di Paspardo: al centro dell’inchiesta della procura i lavori di riqualificazione energetica
Il municipio di Paspardo: al centro dell’inchiesta della procura i  lavori di riqualificazione energetica
Il municipio di Paspardo: al centro dell’inchiesta della procura i lavori di riqualificazione energetica

Un altro arresto in Valle Camonica per una vicenda d’appalti. Domiciliari per un sindaco e altri due amministratori pubblici indagati in stato di libertà.

FABIO DE PEDRO, primo cittadino del comune di Paspardo è il destinatario della misura cautelare firmata dal gip del tribunale di Brescia, il vice sindaco Caterina Dassa e l’assessore Aristide Salari sono indagati in stato di libertà. Al centro dell’inchiesta c’è la riqualificazione energetica del municipio di Paspardo con un appalto del valore di 244mila euro. In questo contesto, secondo la ricostruzione della procura sarebbe ipotizzabile il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Questo, secondo i carabinieri, che hanno condotto le indagini e il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, che le ha coordinate, sarebbe avvenuto attraverso uno spacchettamento dell’appalto considerato non conforme alla legge. Il valore complessivo dell’ap- palto, nella ricostruzione accusatoria è stato diviso in nove lotti. Si tratta di quelli che vengono definiti «lotti funzionali». Nel caso del comune di Paspardo i nove lotti erano stati fissati in importi uguali o inferiori a 40mila euro. E la legge non vieta di ricorrere ai lotti funzionali. Ma esistono delle disposizioni precise per una ragione facilmente intuibile. Se si potesse ricorrere per ogni appalto ai lotti funzionali, anche appalti di grosse dimensioni potrebbero essere «spacchettati» a vantaggio di imprese ritenute vicine. Una «vicinanza» che potrebbe coincidere con quella logistica, ma anche, evidentemente, politica. L’oggetto dell’appalto quindi può essere diviso in lotti funzionali. Ma ogni lotto deve essere autonomo e quindi tale da non inficiare, se non realizzato, la realizzazione degli altri. E quando si parla di lavori per la riqualificazione energetica di un municipio è piuttosto difficile ipotizzare che anche solo un lotto non venga realizzato. Questa è appunto la domanda che si sono posti gli inquirenti: «I lavori in questione potevano avere una propria autonomia?». Per chi indaga la risposta è negativa. E dalle testimonianze raccolte sarebbe anche emerso che al sindaco sarebbe stato spiegato che l’appalto non poteva essere frazionato in lotti funzionali per le ragioni che si sintetizzano nell’assenza di autonomia dei lotti. Una spiegazione che non sarebbe però stata tenuta nella debita considerazione da parte del primo cittadino di Paspardo. I passaggi successivi sarebbero quindi stati rappresentati dal frazionamento e dall’individuazione delle ditte. Nessuna di tali ditte avrebbe potuto partecipare senza la «lottizzazione funzionale» dal momento che non disponevano della certificazione Soa e quindi non avrebbero mai potuto partecipare a gare d’appalto per lavori pubblici di valore superiore a 150mila euro. Tutto a Paspardo, quindi, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuto per ricerca di consenso. Nessun tornaconto economico. In quanto agli altri indagati, Aristide Salari, avrebbe dichiarato di non sapere nulla in materia d’appalti e di firmare quello che gli diceva di firmare il sindaco, dichiaratamente «intenzionato a far lavorare le imprese locali». Caterina Dassa, negli interrogatori ha invece sottolineato la «particolare localizzazione» di Paspardo che «disincentiva la partecipazione di imprese provenienti da zone lontane». Per questo «si ritiene opportuno scegliere le imprese che conoscano la zona».

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