Sci, l’alta valle
si prepara e
incrocia le dita

di Lino Febbrari
Al Tonale si stanno attrezzando con la neve artificialeDiscese già innevate con l’impiego dei cannoniUn’altra immagine del comprensorio sciistico dell’alta Valcamonica come appare in queste ore
Al Tonale si stanno attrezzando con la neve artificialeDiscese già innevate con l’impiego dei cannoniUn’altra immagine del comprensorio sciistico dell’alta Valcamonica come appare in queste ore
Al Tonale si stanno attrezzando con la neve artificialeDiscese già innevate con l’impiego dei cannoniUn’altra immagine del comprensorio sciistico dell’alta Valcamonica come appare in queste ore
Al Tonale si stanno attrezzando con la neve artificialeDiscese già innevate con l’impiego dei cannoniUn’altra immagine del comprensorio sciistico dell’alta Valcamonica come appare in queste ore

Per riuscire a salvare almeno in parte la stagione dello sci, gli impiantisti dell’alta Valcamonica, e tutti gli altri operatori che sbarcano il lunario grazie al mondo della neve, stanno aspettando con trepidazione il via libera condizionato agli impianti di risalita. In settimana Governo e Comitato tecnico scientifico prenderanno l’attesissima decisione sulla scorta delle linee guida messe a punto dall’Anef (l’Associazione che riunisce gli esercenti di impianti); linee guida che quest’oggi saranno al centro di una prima valutazione da parte della Conferenza delle Regioni. NEL DOCUMENTO elaborato per le zone gialle e arancioni (nelle rosse gli impianti resterebbero chiusi per gli sciatori amatoriali) è previsto l’obbligo della mascherina, la riduzione del 50% della capienza di funivie e cabinovie, un tetto massimo alla vendita degli skipass giornalieri, l’acquisto on line degli stessi per evitare code alle biglietterie e la gestione dei flussi. «Vogliamo aprire gli impianti - afferma Alessandro Mottinelli, referente Anef e titolare col cugino Beppe Patti della Sinval - perché ci rendiamo conto dell’importante ruolo che hanno nel tessuto sociale ed economico di tutte le località montane. Quindi, siamo riusciti a trovare intese su tantissimi punti. Chiaramente il primo requisito per poter partire è che la curva epidemiologica cali. Una volta raggiunto questo obiettivo, nel rispetto della situazione sanitaria penso potremo aprire in relativa sicurezza». Il numero chiuso, ossia la vendita ogni giorno di un quantitativo massimo di skipass, è forse l’unica regola che maldigerite. Perché? «Questo è l’unico punto che non siamo riusciti a smussare - risponde l’impiantista - e che, anche se ci appare difficile, cercheremo di gestire. La gente si muove e anche un contingentamento potrebbe non risolvere il problema. Tuttavia, come Consorzio Pontedilegno Tonale ci siamo già attrezzati anche per gestire questa eventualità con soluzioni tecnologiche, sia per le biglietterie, sia per l’accesso a seggiovie e cabinovie; soprattutto quelle di arroccamento. Non ci faremo trovare impreparati dai nuovi protocolli, sappiamo che sarà una cosa difficile, ma siamo pronti ad affrontarla». Come molte altre stazioni dell’arco alpino, il Tonale è a cavallo di due Regioni, cosa succederà se per esempio la Lombardia resterà zona rossa? «Abbiamo ottimi rapporti con la Carosello che gestisce il demanio sciabile trentino - osserva Mottinelli -. Certo, non per questo dovranno tenere gli impianti fermi per simpatia nei nostri confronti. Saranno situazioni con cui eventualmente confrontarci giorno per giorno, ma speriamo davvero di non doverci trovare a osservare gli sciatori divertirsi a poche decine di metri dalle nostre piste». Nonostante tutte le incertezze, avete messo in funzione i cannoni e i mucchi di neve hanno già raggiunto volumi considerevoli. «L’abbassamento delle temperature ci ha permesso di far entrare in azione gli impianti su tutto il comprensorio e lo stesso è avvenuto in moltissime altre stazioni invernali - conclude Mottinelli -. La voglia di iniziare la stagione c’è, ci aspettano, ci auguriamo, quattro mesi di intenso lavoro e li aspettiamo sempre con ansia. E quest’anno l’ansia è particolarmente alta perché siamo in attesa del Dcpm che ci dirà se e come potremo aprire». •

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