Quella dei ladri senza pietà non è ormai più una figura criminale emergente; perché i furti nei cimiteri, purtroppo, non rientrano da tempo nella categoria delle novità. Anzi, sono sempre più diffusi, e l’ultimo camposanto a farne le spese è stato quello di Artogne. LA CACCIA al rame non ha rispetto di nulla e nessuno. Una realtà triste ma concreta che si è rimanifestata negli ultimi giorni nel paese della bassa Valcamonica: a essere presa di mira è stata l’area di sepoltura di viale Leopardi, dove da una manciata di lapidi che chiudono i loculi posti a fianco della chiesetta sono spariti i portafiori. In rame, appunto. Facevano parte di quei pochi, di antica fattura, che ancora avevano il vaso interno di questo metallo, dato che in quelli nuovi e più moderni vengono usati la ceramica oppure materiali meno pregiati. La scoperta del furto è stata fatta dai parenti in visita alla tomba dei propri cari. I fiori non c’erano più, e in un primo momento il pensiero è corso all’azione del vento che la scorsa settimana aveva soffiato forte. Ma la parete è piuttosto riparata, qualche perplessità ha subito preso corpo ed è bastato guardare anche le sepolture vicine per capire che si trattava di altro. QUALCUNO aveva provveduto a far sparire i portafiori in rame dai loculi raggiungibili facilmente ad altezza d’uomo. Nella zona antistante il cimitero è posizionata una telecamera, ma il suo obiettivo è rivolto a monte e chissà se riuscirà ad aiutare a scoprire i responsabili della razzia senza cuore?