Rotaie e code, la valle chiede strada

di C.VEN.
L’assemblea di strada che si è tenuta a Malegno
L’assemblea di strada che si è tenuta a Malegno
L’assemblea di strada che si è tenuta a Malegno
L’assemblea di strada che si è tenuta a Malegno

I costi sono troppo elevati, si parla di 7-8 milioni di euro, e il maxi progetto per bypassare il passaggio a livello a Malegno, dove si incontrano la ex statale e la provinciale 5 che sale a Borno, sembra andato in archivio. Ma non per questo si rinuncia a risolvere un problema che riguarda la media Valcamonica, costretta più volte al giorno a fare i conti con lunghe code per un sistema di sicurezza troppo lento. «In media le sbarre stanno abbassate quattro minuti - racconta chi cronometro alla mano, prima che la Comunità montana avviasse il monitoraggio della ferrovia, ha calcolato i tempi -. Abito qui vicino e il treno passa ogni mezz’ora. Tutte le volte la stessa storia». Il problema è noto da tempo: «Io mi occupo del Piedibus la mattina, e spesso la coda arriva fin oltre il municipio». Inaccettabile. Si perde tempo e si inquina. Così giovedì sera in tanti si sono ritrovati per una protesta pacifica all’altezza delle sbarre sotto accusa su invito del sindaco Paolo Erba, che ne ha approfittato per fare il punto della situazione alla presenza di altri sindaci dei comuni vicini, dei rappresentanti degli enti e del consigliere regionale camuno Francesco Ghiroldi. L’IPOTESI è chiedere a Trenord la riduzione dei tempi di attesa: «Speriamo che possa essere la soluzione, ci stiamo lavorando d’intesa con tutti gli enti - ha affermato Erba -. Potessimo arrivare a due minuti e mezzo, tre al massimo, sarebbe una soluzione dignitosa, che consentirebbe di spendere meno soldi pubblici rispetto alle soluzioni complesse già vagliate, e offrirebbe ai cittadini una soluzione a un problema molto sentito». Già arrivate le prime risposte della Regione: «Credo che sia una strada percorribile - ha detto il consigliere Ghiroldi -. Dovremo confrontarci sulla sicurezza e sui costi, ma credo sia fattibile». In fondo è quello che la Comunità montana ha già chiesto a nome di tutto il territorio, con particolare attenzione ai passaggi più utilizzati. •

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