Relitti industriali: da problema a opportunità

di Alessandro Romele
L’ingresso della discarica scoperta nella ex Ols di Pisogne
L’ingresso della discarica scoperta nella ex Ols di Pisogne
L’ingresso della discarica scoperta nella ex Ols di Pisogne
L’ingresso della discarica scoperta nella ex Ols di Pisogne

Nell’enclave tra l’alto Sebino e la bassa Valcamonica sono concentrati 9 siti contaminati ad alto rischio e 13 «relitti» industriali inquinati. Trasformare le aree produttive dismesse da problema a opportunità è l’ambizioso progetto del Bim che nei giorni scorsi ha varato un tavolo di lavoro con Aib, Regione, Ats, ingegneri, architetti e geologi. Partendo dai dati redatti dall’Associazione degli Industriali Bresciani – risalenti però al 2015, ma la situazione è cambiata di poco - la task force si è posta come primo obiettivo la mappatura dei siti dismessi, primo passo per valutare soluzioni di riconversione sostenibili dal punto di vista finanziario e ambientale. Restituire una seconda vita alle aree industriali abbandonate è un sfida che coinvolge trasversalmente gli strumenti urbanistici, le imprese e gli amministratori. Una commissione ristretta sarà chiamata a valutare i costi di uno studio che si occupi della caratterizzazione delle sostanze inquinanti, della stima degli investimenti necessari alla riconversione e del valore residuo dei comparti. Il Bim ha voluto precisare che il tavolo non necessariamente porterà ad una soluzione, ma è importante, ora, è capire se esista o meno l’opportunità di far rinascere queste aree. Tra Vallecamonica e Sebino sono tredici le aree critiche, e vanno da Sellero a Pisogne: in tutto per una dimensione totale di 656 mila metri quadrati. LA EX OLS DI PISOGNE è la zona più vasta, con i suoi 105 mila metri quadrati. La più piccola, ma non per questo priva di interesse, e quella, di 10 mila metri quadri, posta su via 25 Aprile ad Artogne. Si passa poi dalla ex Nuova Sider Camuna di Bienno, alla ex ferrovia di Ceto, dalla centrale Enel dismessa a Isola di Cevo, al trio di fabbriche darfensi, la Terni, la Cerestar e l’acciaieria. A Pisogne, oltre alla Ols c’è anche l’Alfer, mentre Sellero è presente con la Fucinati. L’interesse dell’Associazione degli Industriali Bresciani è fondamentale: indica infatti un certo interesse da parte del mondo degli imprenditori provinciali per la zona camuno sebina. I dati raccolti potranno comunque essere utili per il futuro. Il Tavolo per la riconversione delle aree industriali verrà aggiornato con cadenza semestrale per analizzare i progressi sul fronte del censimento dei siti e del lavoro della commissione ristretta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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