Ono mette in vetrina la sua piccola Pompei

di Luciano Ranzanici
Una parte delle rovine romane emerse a Ono San PietroIl sito archeologico fotografato dall’alto con un drone
Una parte delle rovine romane emerse a Ono San PietroIl sito archeologico fotografato dall’alto con un drone
Una parte delle rovine romane emerse a Ono San PietroIl sito archeologico fotografato dall’alto con un drone
Una parte delle rovine romane emerse a Ono San PietroIl sito archeologico fotografato dall’alto con un drone

Assorbito il colpo causato dal mancato completamento del progetto, a Ono San Pietro hanno iniziato giustamente a pensare allo sfruttamento del tesoro riemerso dalla terra: quell’insediamento di età romana scoperto tra la primavera e l’estate, durante i lavori di scavo che dovevano realizzare una strada di collegamento tra le vie Mossino e Zeva, in pieno paese, e costruire parcheggi in superficie e box interrati. Una volta fermato il cantiere, l’intervento della Sovrintendenza ha riportato alla luce tre strutture interrate di dimensioni piccole e medio grandi, da 2 e fino a 6 metri, con murature in pietra, riferibili a un insediamento alpino d’età romana risalente alla media e tarda epoca imperiale, oltre a un quarto edificio del medesimo periodo forse comunicante con i primi. Dai rilevamenti effettuati in quest’area antistante il palazzo municipale sono emersi anche un tratto di un probabile muro di terrazzamento in grossi blocchi di pietra, un deposito ricco di carbone, alcune buche sparse dalla funzione non chiara e vaste superfici di pietrame, alcune delle quali sono probabilmente ciò che resta di piani di calpestio. Non solo: la Ono romana ha consegnato agli archeologi alle prese con gli antichi edifici frammenti di vasellame, materiale ceramico, oggetti metallici e contrappesi litici usati probabilmente per il funzionamento di telai. NON È POMPEI, naturalmente, ma un pezzo comunque prezioso della Valcamonica dopo la romanizzazione che valeva la pena valorizzare. Così, al termine dei lavori e concluse le operazioni di recupero si è iniziato a pensare a un progetto di promozione dell’area archeologica, che potrebbe rientrare a pieno titolo negli itinerari storici e culturali della valle. L’incarico è stato affidato dal Comune all’architetto Gianni Prandini, il quale ha proceduto alla stesura di un piano che prevede una sistemazione del sito capace di renderlo facilmente visitabile. Per dare valore alla Ono San Pietro romana verrà posata una passerella che permetterà di osservare dall’alto i resti del piccolo insediamento alpino; sarà installata una cartellonistica a tema e verrà anche stampato e messo in rete un opuscolo descrittivo del sito archeologico. LA SINDACA Elena Broggi, che ha dovuto adattarsi all’imprevisto riservato dalla storia, non ha ancora digerito del tutto la necessità di rinunciare alla realizzazione dei box interrati ma adesso rilancia: «Abbiamo perso la possibilità delle autorimesse a causa dei rinvenimenti archeologici, ma ci riteniamo ugualmente soddisfatti per essere riusciti a ottenere dalla Regione un contributo da investire nella valorizzazione del sito. Il progetto prevede anche il restauro e alcuni interventi che renderanno l’area accessibile e visitabile, e con la collaborazione della Sovrintendenza ai Beni archeologici sarà realizzata anche una pubblicazione illustrativa dei ritrovamenti. Per tutta l’operazione verranno investiti complessivamente poco meno di 50 mila euro, 33 mila dei quali sono stati garantiti dalla Regione Lombardia». •

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