La «campana» suona a vuoto e la valanga resta un pericolo

di Lino Febbrari
Il versante dal quale si è staccata la valanga che incombe sulla  Statale che sale verso il TonaleLa «campana» utilizzata per provocare i distacchiTecnici e dirigenti di Anas durante l’intervento
Il versante dal quale si è staccata la valanga che incombe sulla Statale che sale verso il TonaleLa «campana» utilizzata per provocare i distacchiTecnici e dirigenti di Anas durante l’intervento
Il versante dal quale si è staccata la valanga che incombe sulla  Statale che sale verso il TonaleLa «campana» utilizzata per provocare i distacchiTecnici e dirigenti di Anas durante l’intervento
Il versante dal quale si è staccata la valanga che incombe sulla Statale che sale verso il TonaleLa «campana» utilizzata per provocare i distacchiTecnici e dirigenti di Anas durante l’intervento

Verrebbe voglia di dire tanto rumore per nulla. Ma trattandosi di un’operazione finalizzata alla sicurezza della viabilità, va detto che Anas ha fatto bene ad avviarla, a bloccare mezza giornata il traffico (ieri non particolarmente intenso) sulla statale del Tonale e a tentare più volte con l’ausilio di Daisy Bell (l’ormai celeberrima campana che appesa a un elicottero scaglia onde d’urto sulla superficie nevosa) di provocare il distacco di una grande massa di neve sopra la Val del Lares, un paio di chilometri prima del valico tra Lombardia e Trentino. Una dozzina di potenti botti, il primo dei quali è stato udito poco dopo le 15, non sono bastati a innescare il movimento dell’enorme quantità di neve rimasta a circa 2300 metri di quota, dopo la valanga precipitata un paio di giorni fa il cui fronte si è fermato minaccioso nel bosco cento cinquanta metri sopra il nastro d’asfalto. «PURTROPPO non abbiamo registrato distacchi importanti - afferma non appena posato il piede a terra il nivologo Federico Rota, che materialmente ha pigiato il bottone che ha provocato le esplosioni controllate - Di conseguenza il pericolo rimane. Domani questa soglia di pericolo potrebbe innalzarsi e con il trascorrere delle ore dovrebbe scemare». Quindi un’altra giornata di apprensione prima che la massa nevosa si compatti e venga dichiarato il cessato pericolo. Ieri, a seguire da lontano i diversi tentativi, nella piazzola di Elimast, c’era quasi tutto lo stato maggiore del compartimento Anas della Lombardia. «L’intervento è stato attuato per precauzione e soprattutto per garantire la sicurezza degli utenti - spiega il numero uno Marco Bosio - Non è andata secondo i nostri intendimenti, ma continueremo a monitorare la situazione del versante». «Quando si ravvisano situazioni di rischio per la circolazione - aggiunge il geologo Vincenzo Giarratana - il nostro dovere è intervenire immediatamente. In questo periodo dell’anno il distacco di valanghe, che possono interferire con le nostre strade, è abbastanza elevato. I siti valanghivi come questo sono sempre sotto stretto controllo, e nel momento in cui valutiamo ci possa essere un rischio, ci adoperiamo per eliminarlo». L’ordinanza emanata da Anas giovedì pomeriggio stabiliva la chiusura della Statale dalle 12.30 fino alla mezzanotte. Poi come abbiamo detto il distacco controllato non si è verificato e la circolazione è potuta riprendere poco prima delle 18 di ieri al termine dell’ultimo sopralluogo. Sono quindi smobilitate anche le forze dell’ordine che hanno vigilato nei punti dove erano stati fissati i blocchi stradali e che fin dal primo mattino hanno invitato gli sciatori a lasciare i loro veicoli a Ponte e utilizzare la cabinovia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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