Incursioni
dei cinghiali,
rebus risarcimenti

di Lino Febbrari
Gran parte dei terreni in quota portano i segni delle scorribande dei cinghiali in cerca di cibo
Gran parte dei terreni in quota portano i segni delle scorribande dei cinghiali in cerca di cibo
Gran parte dei terreni in quota portano i segni delle scorribande dei cinghiali in cerca di cibo
Gran parte dei terreni in quota portano i segni delle scorribande dei cinghiali in cerca di cibo

Probabilmente il loro numero non è così elevato come stimato frettolosamente dagli allevatori e dai cacciatori, i quali sostengono che in quella vasta porzione di territorio montano vi siano più di 150 cinghiali. Fatto è però che le devastazioni inferte ai pascoli, alle praterie e ai boschi di Mola e delle aree circostanti dai branchi sono davvero impressionanti. I più arrabbiati sono gli allevatori che durante l’estate hanno portato all’alpeggio le loro mandrie e che si sono trovati alle prese con le distese erbose d’alta quota letteralmente arate dalle zanne dei voraci suidi. Praticamente non vi è luogo della riserva di tutela e protezione del Turicla (così è denominato l’areale che si estende per migliaia di ettari da Monno a Corteno dove vivono centinaia di cervi) preso di mira dai cinghiali. La cotica erbosa è stata rivoltata e profonde trincee contrappuntano i terreni circostanti la chiesetta alpestre dedicata al beato don Gnocchi, i prati che declinano verso Cuel, il versante opposto che risale fino al Motto della Scala e, procedendo verso ovest, le zone di Corèn, Martiné , le ampie distese della Guspessa e le pendici del Monte Padrio.


UN DANNO incalcolabile per allevatori e agricoltori. I primi fortemente preoccupati di non poter portare la prossima estate in malga i bovini e di non poter raccogliere il fieno più in basso, mentre i secondi di seminare invano cereali e di non poter tagliare il fieno. Da mettere in conto poi i gravi rischi per le persone che frequentano boschi e sentieri di un possibile incontro ravvicinato con questi pericolosi selvatici, in particolare con femmine che abbiano al seguito la prole. Facendosi carico delle preoccupazioni dei cittadini, il gruppo di minoranza «Insieme Edolo Vive» all’inizio del mese ha indirizzato in Comune un’interrogazione chiedendo che l’amministrazione si muova per ottenere interventi di ripristino e di tutela delle proprietà danneggiate e del risarcimento a favore dei proprietari dei fondi interessati. Da lunedì 21 ottobre sarà attivato un servizio di mappatura dei danni e gli interessati potranno compilare gli appositi moduli negli uffici del settore manutentivo; maggiori informazioni si possono ottenere telefonando al numero 0364 773037. «Il problema che non è confinato esclusivamente nei Comuni di Corteno, Edolo, Monno e Sonico –spiega Luca Costa, responsabile di Coldiretti in valle - Riguarda ormai tutta la valle dell’Oglio. Intendiamo sottoporre la questione a livello nazionale, perché serve garantire la sicurezza a chi lavora e frequenta la montagna».

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