Graffiti della Valcamonica Delusione e «vetriolo» per il mini servizio Rai

di L.RAN.
Uno dei Massi di Cemmo, apparsi per pochi secondi in Rai
Uno dei Massi di Cemmo, apparsi per pochi secondi in Rai
Uno dei Massi di Cemmo, apparsi per pochi secondi in Rai
Uno dei Massi di Cemmo, apparsi per pochi secondi in Rai

«La rassegna delle meraviglie nazionali non può che partire dalla Valcamonica, primo sito nazionale Unesco patrimonio dell’umanità». Ha usato queste parole Alberto Angela per introdurre l’ultima puntata del suo seguitissimo format di Rai uno «Meraviglie - La penisola dei tesori», andata in onda sabato 25 gennaio. Peccato che poi, ai graffiti rupestri camuni siano stati dedicati un paio di stringatissimi minuti; con in più il sospetto che le immagini trasmesse fossero pure in parte di repertorio. Un preludio molto promettente seguito insomma da un servizio a dir poco deludente, «sommerso» dal grandissimo spazio riservato invece ai racconti per immagini del Quirinale, di Genova, dell’Etna, di Siena e della Val d’Orcia. Tutti luoghi assolutamente straordinari, ma il primo sito Unesco italiano? L’ARRIVO in prima serata delle incisioni era stato pubblicizzato in Valcamonica già in ottobre, quando una troupe di Meraviglie aveva lavorato per quattro giorni fra le rocce incise. La messa in onda poi è stata differita all’ultimo sabato del mese scorso, e i telespettatori camuni si attendevano un servizio di un certo livello, all’altezza del lavoro di Angela. Grande, quindi, la delusione per quello «spot» della durata di appena un minuto e 50 secondi, che di certo non ha aggiunto molto alle celebrazioni per il 40esimo anniversario dall’inserimento nella lista dei patrimoni dell’umanità. LA SENSAZIONE di essere stati presi in giro è stata unanime, e del malcontento si è fatta portavoce ufficiale una figura istituzionale, ovvero Sergio Bonomelli: il presidente (dal 2012) del Gruppo istituzionale di coordinamento del sito 94 «Arte rupestre in Valle Camonica» si è rivolto direttamente al regista protestando per il trattamento riservato alla valle, e per lo scarso interesse dimostrato da Rai uno per questo territorio. Proprio Bonomelli, per quattro giorni non consecutivi (tanto erano durate le riprese in diversi parchi archeologici camuni) aveva accompagnato la troupe nelle aree istoriate, e ha ricordato al regista «le ore di belle riprese, la raccolta di immagini suggestive e di molta documentazione. Poi il tutto è stato restituito in un servizietto deludente e un po’ svogliato. C’era molta aspettativa per questa trasmissione, e ora dovrò dare conto del fatto che nonostante siamo il primo sito Unesco nazionale, per mamma Rai contiamo poco o nulla. Inoltre, avendo seguito il vostro lavoro e avendo visto quanto tempo e quante risorse sono state impegnate, da cittadino mi domando se non c’è stato anche molto spreco».

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