«Flop centrale, il sindaco ora deve dimettersi»

di L.FEB.
La centrale finita nel mirino
La centrale finita nel mirino
La centrale finita nel mirino
La centrale finita nel mirino

«L’amministrazione comunale non poteva non sapere com’era la situazione economica della Tsn». Mentre tra rabbia e amarezza i cittadini di Sellero e di Cedegolo fanno la fila nelle postazioni di Vallecamonica Servizi Vendite allestite negli uffici comunali per stipulare in fretta e furia il contratto di allaccio alla rete del metano per evitare di passare l’inverno al freddo, si leva alta per l’ennesima volta la voce di Severino Damiolini, il quale fin da quando si è cominciato a parlare della possibilità di costruire tra Sellero e Novelle una centralina funzionante a biomassa, ha sempre osteggiato il progetto. La sua battaglia contro quella che considerava, parole sue, «una cattedrale nel deserto e una voragine di debiti» è poi proseguita per dieci anni in consiglio comunale a Sellero sui banchi della minoranza. Conosce a fondo, quindi, ogni risvolto della vicenda imprenditoriale, per cui non è assolutamente sorpreso di come sia andata a finire. «L’IMPIANTO è nato sotto una cattiva stella dal punto di vista tecnico perché non era stato dimensionato male – ricorda l’ex consigliere – . Sul fronte finanziario i bilanci continuavano a chiudere con perdite milionarie, tant’è che negli ultimi cinque anni mi pare siano stati assommati ben 25 milioni di rosso. I due Comuni hanno perduto parecchie centinaia di migliaia di euro, tra contributi e ricapitalizzazioni. La pessima situazione era oggettivamente sotto gli occhi di tutti e, quindi, era molto probabile che finisse così, soprattutto perché nessuno è intervenuto in tempo per cercare di sanarla». Voci e polemiche si sprecano nei due paesi dopo la decisione del nuovo proprietario, comunicata a ridosso dell’inverno (secondo i sindaci), da mesi e dopo la vana ricerca di partner locali che supportassero la gestione, quali la stessa VSV e la Sosfav (la versione della società) di rescindere i contratti con gli utenti e, probabilmente, smantellare l’impianto per rivenderlo. DAMIOLINI è convinto che l’intenzione di gettare la spugna risalga addirittura a qualche anno fa. «E’ risaputo che negli anni molti utenti hanno lamentato anche disservizi vari- sottolinea - Ovviamente non posso sapere se sia stata o meno un’operazione studiata a tavolino e sicuramente non è scaturita negli ultimi tre mesi. Credo tuttavia che il difetto stia nel manico». E Damiolini fa nomi e cognomi «Indubbiamente Giampiero Bressanelli ha le sue responsabilità, quantomeno politiche – afferma-, in particolare perché è stato il primo promotore e grande sostenitore dell’intervento. E’ stato poi per anni presidente della Tsn, e quando non ha potuto rivestire l’incarico perché tornato a fare il primo cittadino, per conto del Comune, cui per statuto toccava la nomina, ha indicato Ezio Laini, che per cinque anni l’aveva sostituito come sindaco, e che è stato presidente fino al febbraio scorso, quando la società è passata di mano. Appare evidente, quindi, che sapesse come le condizioni economiche non fossero floride». •

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