Fiumi in lenta agonia
«Stop agli incentivi
per chi saccheggia»

di Luciano Ranzanici
Anche l’alto Garda si è mobilitato in difesa dei corsi d’acqua Alcuni partecipanti camuni alla campagna per i fiumiGli Amici del Grigna protestano davanti al torrente in seccaStriscioni per i fiumi vicini alla grande viabilità
Anche l’alto Garda si è mobilitato in difesa dei corsi d’acqua Alcuni partecipanti camuni alla campagna per i fiumiGli Amici del Grigna protestano davanti al torrente in seccaStriscioni per i fiumi vicini alla grande viabilità
Anche l’alto Garda si è mobilitato in difesa dei corsi d’acqua Alcuni partecipanti camuni alla campagna per i fiumiGli Amici del Grigna protestano davanti al torrente in seccaStriscioni per i fiumi vicini alla grande viabilità
Anche l’alto Garda si è mobilitato in difesa dei corsi d’acqua Alcuni partecipanti camuni alla campagna per i fiumiGli Amici del Grigna protestano davanti al torrente in seccaStriscioni per i fiumi vicini alla grande viabilità

Era già avvenuto poco tempo fa in occasione di una manifestazione di scala solo locale; e anche stavolta, rispondendo invece a un appello nazionale, le associazioni ambientaliste e dei pescatori sportivi della Valcamonica hanno unito le forze per chiedere di rispettare la vita portata da fiumi e torrenti. La valle dell’Oglio ha ospitato ieri e sabato una serie di presidi legati alla «Protesta dei pesci di fiume» promossa in tutto il Paese da Free rivers Italia e da Legambiente, e ognuna delle cinque manifestazioni previste sul territorio ha fatto centro. Ai sit in previsti sull’Oglio (a Forno Allione, Capodiponte e Montecchio di Darfo), e sui torrenti Grigna (a Esine) e Resio (a Plemo) si sono ritrovati gli Amici del torrente Grigna, le associazioni pescatori di Valcamonica, gli attivisti della Commissione Tutela ambiente montano del Cai, di Italia nostra, del Comitato centraline e di Legambiente. QUI COME altrove è stata rilanciata la richiesta di rispettare davvero la Direttiva quadro Acque dell’Unione europea anche quando si tratta di autorizzare nuove produzioni di energia elettrica. Perché sui corsi d’acqua cosiddetti minori, e in particolare sui piccoli torrenti di montagna, questa norma europea viene sistematicamente ignorata, con danni incalcolabili agli ecosistemi acquatici e alla biodiversità. Piazzando striscioni nei cinque presidi, i militanti per l’acqua hanno chiesto di fermare l’erogazione di incentivi per la produzione idroelettrica lungo i corsi naturali: la grande molla che spinge i privati a investire in questo settore. Questo bonus «va solo a vantaggio delle società che si occupano delle derivazioni mini idroelettriche, è pagato dai cittadini attraverso le bollette domestiche ed è garantito ai produttori per più di vent’anni». IL VANTAGGIO è insomma di pochi, mentre i danni li pagano tutti. Anche i pescatori, pronti a ricordare, per l’ennesima volta, la graduale scomparsa dei pesci nell’Oglio. La protesta moltiplicata per cinque è servita anche a raccogliere firme tra i cittadini a sostegno della campagna, a documentare la situazione per il ministero dell’Ambiente ma anche a rendere pubbliche alcune emergenze. A Capodiponte, per esempio, da un paio d’anni prima dello sbarramento della centralina sull’Oglio le cantine delle case antistanti il fiume si allagano di frequente, mentre a Esine gli Amici del torrente Grigna continuano a ricordare il deflusso minimo vitale che non c’è. Il corpo idrico per il quale lottano da anni è quasi sempre una pietraia in secca, eppure recentemente la Regione si è limitata a imporre un aumento di 29 litri al secondo facendo salire il rilascio da 221 a 250 litri al secondo: un incremento ridicolo che non cambia nulla, e che inoltre è legato sperimentalmente al funzionamento della centralina della società appartenente al gruppo industriale Tassara. •

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