Ecco l’«Ottagono della Natura» l’ultima meraviglia dell’oasi

di L.FEB.
Nell’oasi di Aprica sono recentemente tornati anche gli orsi
Nell’oasi di Aprica sono recentemente tornati anche gli orsi
Nell’oasi di Aprica sono recentemente tornati anche gli orsi
Nell’oasi di Aprica sono recentemente tornati anche gli orsi

L’Osservatorio eco-faunistico Alpino di Aprica si è arricchito di una nuova struttura. L’oasi naturalistica nata per consentire ai visitatori di ammirare alcuni degli animali tipici delle Alpi nel loro ambiente naturale, creata nel 1997 su una superficie di oltre 25 ettari nelle foreste di conifere poco sopra l’abitato della località al confine con il bresciano, col trascorrere degli anni, oltre che un’attrazione turistica in grado di calamitare migliaia di persone, è divenuta anche un’area didattica molto frequentata dalle scolaresche. L’afflusso sempre maggiore di visitatori e la carenza di spazi coperti hanno indotto l’inventore e direttore, Bernardo Pedroni, a proporre al direttivo del Parco delle Orobie Valtellinesi e al Comune la realizzazione dell’Ottagono della Natura: un edificio realizzato su due piani in pietra a vista e tronchi di larice, situato a poca distanza dall’area degli orsi bruni. Nella parte superiore del fabbricato si trova un ampio locale che può essere adibito a sala espositiva e luogo d’incontro per conferenze e proiezioni. Ma il suo ruolo principale è quello di offrire la possibilità ai frequentatori di ammirare dalle vetrate senza disturbarli gli animali che vivono liberi nel bosco circostante, a meno di 100 metri dai grande recinto che racchiude l’osservatorio vero e proprio. Insieme alla nuova struttura è stato creato nel sottobosco circostante un facile sentiero didattico, con numerose bacheche raffiguranti la flora e la fauna delle Orobie, che conduce al «bosco incantato»: un luogo davvero magico, una balconata sulla Valtellina, da dove si può assistere ogni sera agli spettacolari effetti disegnati nel cielo dai colori del tramonto. «È un compromesso tra le esigenze turistiche e quelle naturalistiche – spiega il fondatore dell’Osservatorio- . Si tratta sostanzialmente di un centro riservato ai visitatori, dove vi potranno accedere tutti i giorni senza guide specializzate e passeggiare in mezzo alla natura e dove tra l’altro avranno anche l’opportunità di veder volare degli uccelli rapaci». Al taglio del nastro era presente l’assessore alla Montagna Massimo Sertori in rappresentanza della Regione che ha contribuito insieme ad altri alla concretizzazione dell’Ottagono. «Una sinergia tra varie realtà istituzionali che ha portato a un risultato veramente straordinario – ha detto l’ex presidente della provincia di Sondrio - , che permetterà di valorizzare ulteriormente il territorio e la fauna». Soddisfatto anche il primo cittadino Dario Corvi: «L’Osservatorio è un’eccellenza e questo nuovo centro ci permetterà di ampliare le attività. Qualche mese fa c’è stato il ritorno dell’orso e ora grazie a questo centro potremo tra l’altro osservare da vicino e veder volteggiare i gufi, le poiane e gli altri rapaci accolti, curati e allenati al volo dal nostro direttore». Il biologo non intende di certo adagiarsi sugli allori e dopo l’indubbio successo riportato dall’ultima invenzione, si è rimesso al lavoro per completare entro la prossima estate il Museo dell’Uomo nella Natura. «Un progetto finanziato dall’Ue, arrivato in cima alla classifica tra tutti quelli presentati – afferma Pedroni - , che offrirà ambientazioni ricostruite ma vive. Ai visitatori sembrerà di trovarsi a 2000 metri di quota. Potranno vedere addirittura le trote sott’acqua con delle particolari telecamere, osservare come si sviluppa un temporale e molto altro». •

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