Dieci anni di cure per salvare i terreni dal bosco che avanza

di L.RAN.

Il presidente della Comunità montana Sandro Farisoglio ha posto il Parco dell’Adamello fra le priorità del suo mandato e con il nuovo assessore Massimo Maugeri si sta predisponendo un progetto pilota dell’area protetta. Di che si tratta? È in embrione l’opportunità di realizzare interventi di disboscamento e di sistemazione di terreni di privati in collaborazione con le imprese locali. Dopo aver ottenuto l’assenso dei proprietari dei fondi, ai quali dovranno essere fornite precise garanzie anche per il mantenimento dei medesimi e delle coltivazioni e dei riconoscimenti in denaro, si dovrà operare in modo continuativo per almeno 10 anni, avendo cura che al termine del periodo concordato gli appezzamenti ripristinati non ritornino bosco. L’assessore confida di utilizzare il cippato ricavato dal taglio delle piante per la produzione di biomassa, considerando che il progetto potrebbe prevedere opportunità lavorative ai giovani che fossero intenzionati ad avviare un’attività nel settore. Farisoglio aggiunge che «l’investimento nel paesaggio è strategico ed il nostro progetto potrebbe implementare le risorse economiche nei prossimi anni perché l’abbellimento dell’ambiente dà valore aggiunto non solo all’agricoltura ma anche al turismo ed alla viabilità in generale». In quest’ottica si organizzano da alcuni anni i concorsi promossi dal Parco dell’Adamello «Migliori Orti Alpini», per mettere in risalto la tradizione della gestione degli orti e prati da sfalcio, per premiare il mantenimento in buone condizioni del paesaggio montano. L’assessore Massimo Maugeri conclude che ciò fa parte «di una chiave di lettura del paesaggio rurale e di un tentativo di incentivare la sua conservazione. In questi ultimi anni grazie agli agricoltori soprattutto, il territorio è più riconoscibile, l’ambiente è stato valorizzato, la biodiversità è una grande realtà e le tradizioni vengono tramandate e rispettate da chi le acquisisce». •

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