Dalla sofferenza alla rinascita Anna «espone» la sua malattia

di Claudia Venturelli
Anna Maisetti di Angolo con la fasciatura tenuta giorno e notte
Anna Maisetti di Angolo con la fasciatura tenuta giorno e notte
Anna Maisetti di Angolo con la fasciatura tenuta giorno e notte
Anna Maisetti di Angolo con la fasciatura tenuta giorno e notte

La vita le ha insegnato troppo presto cosa è una «malattia per sempre». Eppure lei, autrice di un blog su cui scrivere e condividere il suo percorso diventato oggi anche un libro disponibile su Amazon e sorriso stampato in volto, guarda avanti. «Perché la vita è bella - parole sue - e dobbiamo vivere ogni singolo momento». NE È CONVINTA oggi che ha sconfitto il cancro e ha fatto (più o meno) pace con la sua nuova condizione «perché da un momento all’altro la vita può cambiare, per questo credo che dobbiamo iniziare a godere anche delle piccole cose». Anna Maisetti, 31 anni di Angolo, per il web è «stile_compresso». Un nome che è una storia: nel 2010 le viene diagnosticato un cancro della pelle, un banale neo che asportato si rivela un calvario. Affronta un secondo intervento, l’asportazione dei linfonodi che le lascia una cicatrice che le ha fatto odiare il suo corpo e un linfedema che «sarebbe stato - scrive - la rovina della mia vita. Per sempre». Una patologia cronica, invalidante ed evolutiva che la costringe, giorno e notte a calze medicali e bendaggi multistrato. Lei, bella e giovane, amante delle minigonne e dei tacchi a spillo da sfoggiare in discoteca è costretta a cambiare vita. La gente guarda la sua gamba, qualcuno le chiede e lei si sente inadeguata in ogni situazione. Si copre, non solo di bende ma anche di vestiti, cerca l’anonimato fino a quando capisce che c’è una via d’uscita, accettarsi. «Il sorriso è alternato da grossi momenti di sconforto dovuti al vivere una malattia che è poco conosciuta e riconosciuta, anche a livello medico e burocratico». Il blog è la sua salvezza. Si mostra, la sua gamba protetta e spesso colorata è il suo segno distintivo, tanto che nella giornata mondiale dedicata al linfedema è stata ospite del ministero della Salute per rappresentare i pazienti italiani e chiedere maggiore consapevolezza, della malattia e dei percorsi per migliorare il proprio stile di vita, «perché senza i giusti diritti e riconoscimenti la gestione della malattia è tutta sulle spalle del malato che non ha nemmeno i permessi per accedere alle cure necessarie». Il libro, acquistabile on line su Amazon, diventa un pezzo del suo lungo percorso, fatto di ricoveri, cure, incomprensioni e lunghi mesi all’estero, in una clinica specializzata in Germania, «perché in fondo sono fortunata, i miei datori di lavoro hanno sempre compreso». Condividere e non nascondersi sono il suo nuovo mantra contro «la mancanza di tanta informazione». Perché la sua storia, di solitudine e difficoltà dentro un sistema sanitario che non conosce e riconosce la patologia se non nei tratti standard possa essere di aiuto a chi ha incontrato o incontrerà i suoi stessi scogli. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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