Camuni di prestigio Ecco l’Ordine al Merito per due nuovi Cavalieri

di L.RAN.
Angelo Farisoglio
Angelo Farisoglio
Angelo Farisoglio
Angelo Farisoglio

Il passaggio tra vecchio e nuovo anno ha registrato una buona notizia per il prestigio della Valcamonica. È stata rappresentata dall’assegnazione a due camuni dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. L’importante riconoscimento è stato assegnato ad Angelo Farisoglio, un 71enne di Breno nativo di Sale Marasino, e a Giacomo Cappellini, un 68enne residente a Braone ma originario di Cerveno; entrambe persone molto conosciute nella valle dell’Oglio. Farisoglio, nella vita professionale ragioniere commercialista con uno studio a Breno, svolge questa libera professione da quasi mezzo secolo, ma dopo il lavoro ha avuto modo (e succede anche oggi) di mettersi in luce per il suo significativo impegno nel volontariato, a partire dalla presidenza della Pro loco ricoperta per quasi vent’anni. Fra i promorori dell’Anffas di Valcamonica, dall’inizio degli anni Novanta il neo Cavaliere è presidente della Cooperativa Arcobaleno, che si occupa dell’assistenza alle persone con disabilità di diverse età. Per lunghi anni membro del collegio sindacale della Banca di Valle Camonica, attualmente è anche alla presidenza del Sol.Co. Camunia, il consorzio che riunisce un notevole numero di cooperative che operano nel sociale, e di Radio Voce Camuna. GIACOMO Cappellini, nipote dell’omonimo ed eroico comandante delle Fiamme verdi Medaglia d’oro al valor militare, è un imprenditore e un alpino nella divisa e nel cuore. Gestisce con il fratello Gianmario la società ereditata dal padre, la «Cappellini srl» di Braone, azienda leader dagli anni ’70 nel settore della lavorazione della pietra, del marmo e del granito. Ma è conosciutissimo soprattutto fra gli alpini (è un tenente in congedo) per aver ricoperto la carica di presidente per due mandati ininterrottamente, dal 2010 al 2016, e prima ancora quella di vicepresidente (dal 2008). Molto legato alla memoria dello zio partigiano, gli ha dedicato nel 2003 la pubblicazione del libro «Alla Mirabella, lettere dal carcere».

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