Banco di prova festivo per la fase 2 dei credenti Nelle chiese si «taglia»

di L.RAN.
Nella parrocchiale di Losine c’è posto solo per 46 fedeli
Nella parrocchiale di Losine c’è posto solo per 46 fedeli
Nella parrocchiale di Losine c’è posto solo per 46 fedeli
Nella parrocchiale di Losine c’è posto solo per 46 fedeli

Sarà la celebrazione dell’Ascensione a rappresentare domani il primo banco di prova festivo della fase 2 anche per i parroci camuni; come tutti costretti a ridurre notevolmente gli spazi per i fedeli nelle chiese. Già da lunedì, lo ricordiamo, sono tornate in scena le messe, celebrate nel rispetto delle regole sul distanziamento sociale, ovvero mascherine per l’intera funzione, disinfezione delle mani, segnaposti sui banchi, distribuzione della comunione direttamente al posto; ma l’eucarestia è poco frequentata nei giorni feriali, e quindi non fa testo. Don Mario Bonomi, arciprete di Breno, con il curato don Claudio Sarotti ha dovuto «restringere» il grande Duomo destinando solo 100 posti alle messe, che a Pescarzo e ad Astrio si tengono oggi e domani nel cimitero, e sempre domani a Mezzarro eccezionalmente in chiesa per la festa patronale di Maria Ausiliatrice. Ricordando che le funzioni si possono seguire anche attraverso la radio e la televisione, don Mario raccomanda «molta prudenza soprattutto agli anziani e ai bambini: Accogliamo questo momento come esperienza di grazia - scrive il sacerdote -, pur mantenendo tutte le precauzioni necessarie e disposte dalle autorità civili e religiose, affinchè non venga a mancare per noi quel cibo spirituale che ci aiuti a vivere il momento presente». IL PARROCO di Niardo e Braone, don Fabio Mottinelli, ha adeguato a 80 e 18 posti le chiese di San Maurizio e di Santa Maria della Purificazione e celebrerà anche nei due cimiteri, mentre don Giuseppe Franzoni ha ridotto a 46 e 52 gli spazi nelle parrocchiali di San Maurizio e Compagni a Losine e Cerveno. Don Pierangelo Pedersoli, alla guida di Ceto, Ono San Pietro e Nadro, dopo aver lavorato col metro è arrivato alla conclusione che le chiese di sant’Alessandro, Sant’Andrea, dei santi Gervasio e Protasio e di San Giuseppe non potessero contenere più di 30 fedeli ognuna. Infine, don Giuseppe Stefini, parroco di Cividate e Malegno, ha ridotto la capienza delle chiese di Santa Maria Assunta e di Sant’Andrea rispettivamente a 64 e 54 posti.

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