Arriva l’inverno e il riscaldamento si spegne

di Lino Febbrari
Una veduta della centrale a biomasse di Sellero che sembra destinata alla chiusuraUn altro particolare dell’impianto sellerese
Una veduta della centrale a biomasse di Sellero che sembra destinata alla chiusuraUn altro particolare dell’impianto sellerese
Una veduta della centrale a biomasse di Sellero che sembra destinata alla chiusuraUn altro particolare dell’impianto sellerese
Una veduta della centrale a biomasse di Sellero che sembra destinata alla chiusuraUn altro particolare dell’impianto sellerese

Sembra incredibile, ma a quanto pare gli impianti a biomasse nel Paese funzionano solo in Alto Adige. Lo dimostra anche la parabola discendente della Tsn di Sellero, che sembra arrivata a fine corsa con conseguenze pesanti per gli utenti. LA SOCIETÀ nata in pompa magna all’inizio del nuovo millennio, con l’obiettivo di gestire la filiera bosco-legno, ovvero di recuperare legname da cippare e bruciare in una grande stufa per produrre energia elettrica e vapore, col quale riscaldare a distanza le abitazioni e gli uffici pubblici di Sellero, Novelle e in parte del confinante Comune di Cedegolo, sembra voglia gettare la spugna lasciando di fatto al freddo oltre 400 utenti. Oggi pomeriggio se ne saprà di più, perché in municipio è stata convocata una conferenza stampa. Intanto diciamo che servirebbero ore e montagne di documenti per ricostruire anche solo parzialmente la lunga e tribolata vicenda della centralina del teleriscaldamento. Basti dire che l’impianto finanziato in buona parte dalla Regione Lombardia era entrato in funzione una quindicina di anni fa, e che quasi da subito è stato soprattutto una sorgente pressoché inesauribile di guai finanziari per l’ente locale, fonte anche di incessanti polemiche per i ripetuti malfunzionamenti dei macchinari e per i presunti inquinamenti dell’aria causati in alcuni casi dalla combustione di materiali probabilmente molto diversi dalla biomassa vegetale. DOPO essere passata di mano qualche anno fa con l’ingresso societario della multinazionale francese Cofely, lo scorso mese di marzo la centralina è stata acquistata da un imprenditore che gestiva un impianto analogo a Collio. E la scorsa settimana è filtrata la notizia che la nuova proprietà stava chiudendo alcune utenze nella parte Nord di Cedegolo. Immediatamente nei due abitati confinanti si è diffuso il timore che fosse solo il primo passo della dismissione di tutte le utenze. Facendosi portavoce delle legittime preoccupazioni dei cittadini utenti, il gruppo di minoranza Sellero Futura ha interpellato il sindaco Gianpiero Bressanelli per avere certezze sulla continuità nell’erogazione del servizio in vista dell’imminente stagione invernale; che qui non scherza in quanto a basse temperature. «CI SIAMO ATTIVATI immediatamente perché i cittadini non avendo notizie e molto preoccupati si sono rivolti a noi - spiega il capogruppo Mattia Peluchetti -. Perciò abbiamo chiesto delucidazioni al primo cittadino perché riteniamo che la popolazione debba essere informata compiutamente di quanto sta succedendo. Anche perché venerdì scorso abbiamo appreso che il Comune ha chiesto a Vallecamonica Servizi che gli edifici pubblici vengano allacciati alla rete del metano. Vogliamo delle risposte, perché i cittadini si devono poter organizzare prima dell’inverno - aggiunge Peluchetti - cambiando eventualmente le caldaie». Mentre il sindaco Bressanelli ha temporeggiato in attesa di comunicare ufficialmente quest’oggi i particolari della situazione, sabato scorso il suo collega di Cedegolo ha informato di quanto sta accadendo il consiglio comunale. «Un mese fa la società mi ha comunicato l’intenzione di scollegare l’anello più a Nord che serve Casa Panzerini, le vecchie scuole e otto privati - afferma Andrea Pedrali -. Ho chiesto spiegazioni, ma soprattutto li ho invitati a dilazionare i tempi degli interventi in quanto i trenta giorni concessi non ci bastano a installare una nuova fonte di calore. In contemporanea mi sono attivato per capire quali saranno le prospettive per tutti gli altri edifici comunali e per i cittadini». A SCANSO di equivoci Pedrali ha già messo le mani avanti e si è rivolto a Vallecamonica Servizi: «Sono certo che la nostra multiutily ci fornirà tutto l’aiuto necessario per risolvere i problemi - conclude il sindaco - e spero che anche Tsn gestisca l’emergenza con buon senso. Perché per effettuare determinate operazioni serve tempo e ne avremo davvero bisogno per adeguarci a nuovi sistemi di riscaldamento». In aggiunta a tutto ciò, oggi pomeriggio sicuramente qualcuno chiederà conto anche del motivo per il quale a soli pochi mesi dall’acquisto dell’impianto la società pare decisa a smantellarlo definitivamente. •

Suggerimenti