Adesso l’alta tensione è a basso impatto

di L.FEBB.
La faticosa posa della nuova linea elettrica lungo la statale 42
La faticosa posa della nuova linea elettrica lungo la statale 42
La faticosa posa della nuova linea elettrica lungo la statale 42
La faticosa posa della nuova linea elettrica lungo la statale 42

L’area industriale a Nord di Malonno, quasi al confine con Sonico, ha sempre più fame di energia elettrica. Le aziende che operano nei settori della carpenteria metallica e della pressofusione, come la San Grato, per alimentare i macchinari necessitano di molta corrente, e l’attuale rete di distribuzione non sempre riesce a soddisfare la richiesta, molto aumentata negli ultimi tempi. Per rispondere all’esigenza, da qualche settimana l’Enel sta provvedendo, attraverso l’impresa Guizzetti di Cedegolo, a realizzare una nuova linea da 15mila volts che collegherà la centrale di Edolo alla cabina di trasformazione al servizio dei capannoni malonnesi: un’operazione che ha anche un valore aggiunto di tipo paesaggistico. Il colosso elettrico ha infatti deciso di rinunciare ai tralicci (molte gigantesche torri metalliche sono state tolte di mezzo anni fa, ma ce ne sono ancora troppe a deturpare il paesaggio) e di ricorrere all’interramento del cavidotto nel sedime della statale del Tonale. Ovviamente l’operazione sta creando qualche disagio alla circolazione, che durante i giorni lavorativi viene regolata a senso unico alternato da un impianto semaforico, con la conseguenza di brevi incolonnamenti nelle ore di punta. A complicare la situazione anche il fatto che il cantiere avviato nella zona dei Tre Archi procede meno speditamente del previsto. Infatti, la fresa fatica non poco ad affondare nel terreno e a triturare la roccia particolarmente dura in quel tratto. Per posare le tubazioni, nelle quali poi verranno infilati i cavi ad alta tensione, lo scavo deve necessariamente arrivare almeno a 110 centimetri di profondità. CI VORRANNO ancora diversi giorni per superare il punto più ostico (circa 300 metri) e arrivare al ponte Dazza, dove il terreno alluvionale probabilmente permetterà di accelerare la realizzazione della trincea fino alla centrale, a un paio di chilometri. Poi lo scavo riprenderà nell’altra direzione. •

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