Travolto e ucciso,
il processo
dopo 4 anni

di G.P.C.
Il conducente del fuoristrada Mercedes è stato rinviato a giudizio
Il conducente del fuoristrada Mercedes è stato rinviato a giudizio
Il conducente del fuoristrada Mercedes è stato rinviato a giudizio
Il conducente del fuoristrada Mercedes è stato rinviato a giudizio

Si sono opposti a due richieste di archiviazione della procura, hanno prodotto consulenze tecniche, e disposto sopralluoghi su quella «maledetta» strada, ma alla fine la tenacia dei familiari di Nicola Gheza e di Studio 3A-Valore che li assiste, è stata premiata. Il 26 settembre l’automobilista che ha travolto e ucciso il 19enne di Esine comparirà davanti al Tribunale per essere giudicato per il reato di omicidio colposo.

 

LA TRAGEDIA risale alle 20 del 5 dicembre 2015. Teatro la sp 8 che collega Esine a Berzo Inferiore. Nicola in sella a una moto trial si stava immettendo sulla provinciale da via Pittor Nodari, quando è stato investito da un Mercedes Gd che sopraggiungeva nel senso opposto, condotto da Innocenzo Fostinelli, 78 anni, di Berzo. L’impatto non aveva lasciato scampo al giovane. I genitori non hanno creduto alla tesi del mancato rispetto della precedenza da parte del figlio Nicola e per fare luce sulla disgrazia, tramite il consulente Riccardo Vizzi, si sono rivolti a Studio 3A. La perizia affidata all’ingegnere cinematico Alberto Mariani ha accertato quattro punti fondamentali: il fuoristrada andava a una velocità superiore dei 60 chilometri all'ora asseriti dal conducente. In quel tratto il limite non era 90, come pareva inizialmente, ma 50 chilometri all'ora. Il suv aveva impattato la moto quando aveva quasi completato la manovra d'immissione. L'indagato, per sua stessa ammissione, si era accorto della presenza di Nicola Gheza quand’era ancora a distanza, tanto da aver ridotto la velocità, ma di soli 10 chilometri: se avesse frenato - sull’asfalto non c’erano segni -l'urto si sarebbe evitato.

 

ASPETTI RISULTATI decisivi perché il Gip Giovanni Pagliuca, accogliesse l'opposizione contro la richiesta di archiviazione avanzata nel 2016 dal pm Mauro Leo Tenaglia. Il Gip aveva disposto la restituzione degli atti al pm perché approfondisse la dinamica della tragedia. Il sostituto procuratore ha affidato una perizia cinematica a Mario Capello, che ha ravvisato in capo alla vittima la responsabilità per il mancato rispetto dello stop ma altresì stimato una velocità del fuoristrada di almeno 65 chilometri all'ora, superiore al limite, aggiungendo che «se avesse mantenuto i 50 chilometri orari il sinistro sarebbe stato evitato». Il Ctu, però aveva rilevato un certo «scollamento nella gestione della segnaletica del luogo», tale da poter ingenerare dubbi interpretativi sul limite di velocità. Il pm aveva tuttavia chiesto nuovamente l'archiviazione a cui i legali della famiglia della vittima sono tornati ad opporre. Si è così giunti all'udienza in camera di consiglio del 14 giugno 2017 Il Gip ha nuovamente accolto le conclusioni degli esperti di Studio 3A disponendo il rinvio a giudizio coatto per il reato di omicidio colposo. «Si evidenzia - scrive il Gip nell’ordinanza - come il conducente, approssimandosi all’incrocio a visuale ampiamente libera, non abbia adottato le opportune misure prudenziali e non riduceva la velocità in termini tali da rendere possibile l’arresto del veicolo in breve spazio, tenuto conto che, secondo la consulenza svolta dal pubblico ministero, se avesse proceduto ad una velocità di 50 chilometri orari, l’impatto sarebbe stato evitato». Nell’udienza preliminare in cui l’automobilista non ha chiesto rito alternativi il Gip Giulia Costantino, ha disposto il definitivo rinvio a giudizio dell’imputato «per non aver osservato, approssimandosi a un incrocio, le normali prescrizioni di prudenza e diligenza, in particolare quella di rallentare e moderare la velocità».

 

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