Vitali dal carcere:
«Come stanno
Denise e Giulia?»

di Giancarlo Chiari
La strada deserta ieri mattina
La strada deserta ieri mattina
La strada deserta ieri mattina
La strada deserta ieri mattina

Comparirà davanti al gip questa mattina per l’udienza di convalida Giuseppe Vitali, il 59enne di Coccaglio arrestato martedì con l’accusa di tentato omicidio per avere colpito a martellate la moglie Denise e la figlia Giulia.

 

DAL CARCERE di Canton Mombello, Vitali ha chiesto ai suoi legali (è difeso dagli avvocati Francesca Flossi e Francesca Turano) informazioni sulle condizioni di salute delle due donne e del figlio. «È molto frastornato - spiegano i suoi avvocati, che hanno avuto modo di incontrarlo in carcere -. La sua preoccupazione adesso è soprattutto per i familiari coinvolti in questa vicenda». Al gip Lorenzo Benini, il 59enne potrebbe decidere di raccontare cosa l’abbia spinto a prendere a martellate le due donne mentre dormivano. «Volevo poi dare fuoco alla casa», ha detto Vitali ai carabinieri mentre lo arrestavano. Anche di questo aspetto l’imprenditore agricolo dovrà fare chiarezza nel corso della udienza di convalida fissata per le 10.30 di questa mattina.

 

LE NOTIZIE dal versante delle vittime sono tuto sommato buone: non sono in pericolo di vita la 51enne Denise Manenti e la 21enne figlia Giulia Vitali, ferite a martellate da Vitali. Stanno vivendo una tragedia terribile, ma almeno sono vive e il peggio è stato evitato. Un sospiro di sollievo per i tanti amici e compaesani di Coccaglio, molti dei quali erano stati svegliati dal sonno per le grida, il rumore e le sirene di quei drammatici momenti. In attesa che gli accertamenti dell’ospedale di Brescia sulle condizioni delle due donne possano far voltare pagina almeno sulle conseguenze fisiche di quelle martellate, i commenti del paese si sono ammutoliti, per rispetto, accogliendo l’invito a un dignitoso silenzio lanciato su Facebook di un parente dei Vitali. Partiti gli uomini del Sis, il servizio investigazioni scientifiche, che avevano raccolto prove ed effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dell’aggressione, lunedì l’appartamento al primo piano di via Fratelli Rosselli è stato posto sotto sequestro. Per la strada ieri pomeriggio regnava il silenzio tipico di tanti pomeriggi estivi, con ante chiuse e via deserta, nessuno in giro, nemmeno l’eco di una voce.

 

IN PAESE parlano in pochi, pochissimi. Un amico della famiglia, sottolineando l’assurdità del fatto, ha rivelato a Bresciaoggi: «Giuseppe e la moglie erano stati quindici giorni in vacanza insieme ed erano tornati la settimana scorsa: una cosa del genere era impossibile da immaginare. Adesso mi auguro che le donne guariscano e che qualcuno si curi anche di lui». L’immediato intervento dei carabinieri di Cologne, in servizio sul territorio, si è rivelato prezioso per scongiurare la tragedia: «I carabinieri di Cologne sono arrivati subito - ha confermato un ex carabiniere che vive in paese -: tra la caserma e via Rosselli e ci saranno tre chilometri, e di notte la strada sotto il monte è deserta o quasi». Tutti si chiedono perchè: «Dicono che lui avesse qualche debito, che non fosse soddisfatto del lavoro - commenta un abitante del quartiere -. Ma sicuramente aveva un turbamento profondo: anche lui avrà bisogno di qualcuno che lo aiuti a superlarlo».

Suggerimenti