Vendemmia,
la stagione
parte in quarta

di Claudio Andrizzi
Il Consorzio Franciacorta è impegnato ad incrementare la percentuale di fatturato estero FOTOLIVE
Il Consorzio Franciacorta è impegnato ad incrementare la percentuale di fatturato estero FOTOLIVE
È iniziata la vendemmia (Fotolive)

Agosto, tempo di vendemmia nella terra delle bollicine «made in Bs»: ieri il taglio dei primi grappoli alla Guido Berlucchi a Borgonato di Corte Franca, la storica cantina del primo Franciacorta (prodotto nel 1961) che controlla oggi 500 ettari sui 3229 complessivi del comprensorio. «Annata generosa, prevediamo un aumento intorno al 10-15% rispetto alla media - ha raccontato l’amministratore delegato ed enologo dell’azienda Arturo Ziliani, indossando eccezionalmente anche i panni istituzionali di componente del Cda del Consorzio di Tutela in occasione della visita dell’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi -. Le prospettive sono davvero molto positive: un paio di eventi di grandine a macchia di leopardo non hanno lasciato strascichi particolarmente pesanti, l’uva è sanissima, soprattutto abbondante. Cosa ottimale questa per aiutarci a ricostruire le scorte cui abbiamo dovuto attingere lo scorso anno dopo che una gelata come non se ne vedevano da sessant’anni ha dimezzato la produzione di uva». UNA VENDEMMIA multietnica, con tanti stranieri ad affollare i filari («Ci affidiamo ad una società specializzata – ha detto Ziliani -. Inevitabile: di italiani per questo lavoro non se ne trovano, tramontata anche la tradizione degli studenti che venivano a fare la raccolta a fine estate»), ma anche biologica: il 70% del vigneto franciacortino è bio o in conversione, a dimostrazione della vocazione sempre più ecocompatibile del comparto. «Esistono ancora alcune sacche di resistenza, alcuni produttori non sono convinti o restano contrari - ha sottolineato Ziliani -. Noi siamo ormai al 90% del raccolto certificato: abbiamo convinto i fornitori dimostrando che una Franciacorta bio era possibile grazie al nostro know how». Ad accompagnare gli ottimi presupposti della campagna 2018 arriva l’annuncio dei nuovi fondi Ocm vino per le aziende vinicole lombarde. «Lo stanziamento è pari a 3,8 milioni di euro complessivi - ha spiegato l’assessore Rolfi - i destinatari sono principalmente i Consorzi e le aggregazioni di piccole-medie imprese. I soldi saranno destinati a finanziare al 50% progetti di espansione sui mercati esteri fino ad un tetto massimo di 700 mila euro. Vogliamo sostenere i produttori nelle sfide del futuro perché consideriamo il settore un asset centrale della nostra economia agricola». Nel 2017 del resto il vino «made in Lombardy» ha messo a segno il record storico delle esportazioni con un valore totale pari a 270,36 milioni di euro, in incremento del 4,2% sul 2016. «L’obbiettivo è quello di superarci ulteriormente - ha detto Rolfi -. La Lombardia è ormai una regione a forte vocazione viticola, dalle quale arrivano prodotti dal grande appeal che sanno imporsi all’estero in forza di una personalità unica». D’accordo Arturo Ziliani. «In Franciacorta abbiamo compattato nel tempo un gruppo di operatori che lavorano parlando un’unica lingua ed inseguendo un unico obbiettivo. Expo e i Floating Piers ci hanno consentito di compiere quel salto di qualità che mancava, diventando una meta enoturistica tout court: l’export complessivo è ancora limitato, circa il 12%, ma questo significa che esistono forti margini di crescita». Certo la strada è ancora lunga: per Ziliani la priorità resta quella di far assaggiare il prodotto perché ne venga compresa l’unicità. «Un lavoro non facile, soprattutto per le piccole aziende, ma che può dare grandi soddisfazioni: per questo come Consorzio organizziamo eventi come il recente Festival del Franciacorta a New York, che ha portato una trentina di produttori a Manhattan all’inizio di giugno per una degustazione di grande successo». •

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