Torbiere in agonia:
è scattata la bonifica
nella palude dei veleni

di Simona Duci
Nella rete ogni tipo di materiale
Nella rete ogni tipo di materiale
Nella rete ogni tipo di materiale
Nella rete ogni tipo di materiale

Gli «archeo-rifiuti» stratificati si sono sedimentati con gli scarti della vegetazione acquatica formando un’inestricabile crosta che sta soffocando l’oasi. Per liberare le Lamette di Iseo delle Torbiere dalla morsa fatale della sporcizia i volontari operano su più fronti. Quello più faticoso è affidato a un centinaio di persone che «armate» di guanti, rastrelli e di buona volontà, hanno cominciato come mondine immerse in una sorta di putrida risaia a rimuovere ogni scarto. A tenere a battesimo l’operazione pulizia sono state 4 ore di intenso lavoro tra i canneti della Riserva nella zona di Clusane di Iseo che hanno coinvolto la Protezione Civile Pontevico, Amici della Riserva, ragazzi e personale dell'Ente che, con il supporto dell’Autorità di bacino lacuale dei Laghi di Iseo, Endine e Moro, hanno ripescato tonnellate di immondizia. «Un’operazione - osserva Ivan Bonfanti direttore della Riserva - che fa parte della lunga serie di interventi previsti a contrasto del fenomeno. I canneti fermano come i denti di un pettine, i rifiuti trasportati dalle correnti del lago. Grazie alla preziosa collaborazione di molti volontari anche stamane le soddisfazioni sono state molte». Oltre a bottiglie e sacchetti, reti per la pesca abbandonate sui fondali, boe, barche, vetro, rifiuti ingombranti, sono state rimosse anche diverse gabbie metalliche e onduline plastiche provenienti da ex capanni di caccia. Sono state recuperate persino calzature degli anni Settanta. Il 2019 è stato caratterizzato da interventi a tappeto nell'area, fatti con tutte le precauzioni del caso, nel rispetto della fauna limitrofa. Nei giorni scorsi per effettuare la pulizia con maggiore facilità, il mezzo anfibio di Autorità di Bacino aveva operato per 3 giorni di sfalcio. Un’operazione preventiva, che ha permesso alla decina di imbarcazioni presenti nella mattinata il maxi recupero dei rifiuti.


NONOSTANTE le condizioni sfavorevoli, essendoci livelli in acqua molto alti, «siamo riusciti a riempire un intero container di rifiuti provenienti dalla zona più vicina alle rive di Clusane - spiega Bonfanti -. Il lavoro è ancora lungo ma un po' alla volta stiamo riuscendo a ripulire “il grosso” del problema ridando lentamente dignità a questa porzione di Riserva». Quando i livelli in acqua torneranno minimi, probabilmente a inverno inoltrato, l'intervento sarà più profondo, assicurano gli amici della riserva. «Confidiamo entro fine 2020, di riuscire ad asportare almeno la parte dei rifiuti maggiormente evidenti ad occhio nudo - osservano i volontari -. Rimarrà aperta poi, la valutazione sulla questione microplastiche e piombo, che avrà bisogno di un piano ben diverso e specifico sul caso».


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