«Raid di fuoco,
condannatelo a
5 anni e 4 mesi»

di PA.CI.
L’esterno dell’appartamento annerito dal fuoco
L’esterno dell’appartamento annerito dal fuoco
L’esterno dell’appartamento annerito dal fuoco
L’esterno dell’appartamento annerito dal fuoco

Gli è stato riconosciuta un vizio parziale di mente, al momento dell’episodio che gli viene contestato non era del tutto in grado di intendere e volere, ma per il pubblico ministero Erica Battaglia è comunque responsabile di tentato omicidio. Per Fabio Di Marzo, 35 carabiniere della Forestale, la procura di Brescia ha chiesto una condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Il militare lo scorso 23 settembre era stato arrestato con l’accusa di avere dato fuoco all’abitazione di Passirano dove viveva insieme ai genitori e alla bambina nata dalla relazione con la moglie da cui si era appena separato. ALL’ORIGINE del gesto ci sarebbe stata proprio la fine della relazione con la donna. Il militare, che solo qualche giorno prima aveva aggredito alcuni colleghi di lavoro, avrebbe dato fuoco ai peluches della figlia e quindi, dopo avere chiuso la porta, aveva spezzato la chiave di casa dentro la serratura. Nell’abitazione in quel momento oltre alla figlia c’erano pure i suoi genitori. L’incendio si era presto propagato in tutto l’appartamento A FARE scattare l’allarme erano stati alcuni vicini di casa insospettiti dal fumo che quel sabato sera usciva dall’abitazione di via Don Minzoni dove il 35enne abitava insieme ai familiari. All’interno la madre del militare aveva inoltre cercato di attirare l’attenzione affacciandosi alla finestra. Solo l’intervento dei Vigili del Fuoco aveva impedito che il raptus di follia si potesse trasformare in una vera e propria tragedia. Le fiamme erano state domate non senza qualche difficoltà e il pericolo era rientrato. Sul posto erano poi arrivati i carabinieri che avevano quindi bloccato il responsabile. Di Marzo era quindi stato arrestato e ora si trova detenuto in una cella del carcere di Monza. «Si sta curando e si sta rimettendo con calma. Per questo non è stata chiesta una misura cautelare alternativa rispetto a quella che è stata applicata già a settembre», spiega il suo legale, l’avvocato Salvatore Arcadipane che ieri in aula ha chiesto che l’uomo, nel frattempo in convalescenze e che non è stato allontanato dall’Arma venga assolto dall’accusa di tentato omicidio e che il reato di incendio doloso venga derubricato in quello di danneggiamento in seguito a incendio. L’udienza del processo che si sta celebrando con il rito abbreviato è stata aggiornata al prossimo 27 maggio per le eventuali repliche delle parti e poi la camera di consiglio dalla quale il gup uscirà con la sentenza. •

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