Precipita col parapendio, salvo grazie al figlio

di Giancarlo Chiari
L’allarme è scattato attorno alle 14:  sul posto anche i carabinieri L’elisoccorso in attesa di trasportare il ferito all’ospedale CivileIl recupero del parapendio da parte dei soccorritori:  il 53enne ferito non sarebbe in pericolo di vitaA dare l’allarme è stato il figlio del precipitatoLa zona è quella sottostante il monte Sant’Onofrio
L’allarme è scattato attorno alle 14: sul posto anche i carabinieri L’elisoccorso in attesa di trasportare il ferito all’ospedale CivileIl recupero del parapendio da parte dei soccorritori: il 53enne ferito non sarebbe in pericolo di vitaA dare l’allarme è stato il figlio del precipitatoLa zona è quella sottostante il monte Sant’Onofrio
L’allarme è scattato attorno alle 14:  sul posto anche i carabinieri L’elisoccorso in attesa di trasportare il ferito all’ospedale CivileIl recupero del parapendio da parte dei soccorritori:  il 53enne ferito non sarebbe in pericolo di vitaA dare l’allarme è stato il figlio del precipitatoLa zona è quella sottostante il monte Sant’Onofrio
L’allarme è scattato attorno alle 14: sul posto anche i carabinieri L’elisoccorso in attesa di trasportare il ferito all’ospedale CivileIl recupero del parapendio da parte dei soccorritori: il 53enne ferito non sarebbe in pericolo di vitaA dare l’allarme è stato il figlio del precipitatoLa zona è quella sottostante il monte Sant’Onofrio

Deve la vita al figlio il 53enne rimasto appeso al suo parapendio in una zona rocciosa fino all’arrivo dei soccorsi. L’appassionato di volo libero, che una ventina di anni fa aveva superato le conseguenze di un incidente analogo, nel primo pomeriggio di ieri era uscito di casa con il figlio di 22 anni dopo avere caricato il parapendio in macchina. In auto, dal centro di Capriolo dove risiede la famiglia, hanno raggiunto in una decina di minuti l’area del Sant’Onofrio, dove gli alpini hanno costruito ritrovo, chiesa e parcheggio. Scaricato il parapendio, padre e figlio hanno percorso lo sterrato fino alla gola che precede la località Stallone, un precipizio tra due pareti di rocce, con vegetazione solo sul fondo, che ne fa un punto di lancio ideale perché il volo non incontra ostacoli verso la campagna. Il 53enne, con decenni di esperienza alle spalle, si è preparato con cura indossando tuta e casco prima di lanciarsi nel vuoto. Tutto sembrava andare per il meglio, ma a un certo punto la vela, forse per un colpo di vento imprevisto, si è impigliata in un albero alto cresciuto in uno spiazzo tra le rocce della parete. Il figlio che ha assistito in diretta all’incidente non si è lasciato prendere dal panico né dalla tentazione di intervenire da solo. Senza perdere tempo, vedendo che il padre appeso al parapendio dolorante per l’urto era presente e vigile, ha chiamato il 112. IL COMPLESSO intervento ha impegnato tre squadre di vigili del fuoco, due da Brescia con un mezzo e un pick-up per i rocciatori e una da Palazzolo con una jeep, un’ambulanza, la Polizia locale di Capriolo e i carabinieri. I rocciatori dei vigili del fuoco, raggiunta la gola con il pick-up, si sono calati in sicurezza imbragando il ferito, che è stato poi trasbordato sull’eliambulanza e trasportato prima delle 15.30 al Civile. L’intervento si è concluso con il recupero del parapendio, consegnato ai carabinieri, che hanno ascoltato il racconto del ragazzo che, raggiunto il paese con mamma, fratello e zio, si è precipitato a Brescia. Il 53enne è stato ricoverato in codice rosso: è in prognosi riservata con contusioni, fratture e una sospetta commozione cerebrale, ma non sarebbe in pericolo di vita. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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