Mistero fitto sul morto investito

di Simona Duci
Il luogo teatro dell’investimento: la vittima è ancora senza identità
Il luogo teatro dell’investimento: la vittima è ancora senza identità
Il luogo teatro dell’investimento: la vittima è ancora senza identità
Il luogo teatro dell’investimento: la vittima è ancora senza identità

In molti lo avevano incrociato nei giorni precedenti alla tragedia tra Chiari e Coccaglio, ma nessuno sa esattamente chi fosse. Aveva l’aspetto di una persona indigente che chiedeva qualche spicciolo per sopravvivere. Un individuo giovane senza segni particolari e un aspetto che tradiva comunque le sue origini nord africane. La vittima dell’investimento avvenuto venerdì sera a Coccaglio resta per ora senza nome. L’unica certezza è che si tratta di un tunisino senza fissa dimora e clandestino in Italia. Il difficile compito di dare un’identità al morto è affidato alla Polizia stradale di Iseo. Gli agenti cercano indizi risolutori nell’esame della fisionomia, tra gli indumenti indossati dallo straniero e dalle impronte digitali che non figurano nel database delle forze dell’ordine. Nessun informazione è stata reperita scorrendo l’agenda dei numeri telefonici del suo smartphone trovato sul luogo dell’investimento. L’ipotesi più plausibile a questo punto, è che il giovane fosse in Italia in stato di clandestinità. Se nei prossimi giorni non ci sarà una svolta, il caso potrebbe passare al Labanof di Milano, centro di eccellenza in Italia per l'identificazione dei corpi. Una morte anonima, che verrà archiviata, con la sigla, «Non identificato» ed un numero consecutivo, che lo inserirà nella lista dei morti senza nome. Un fenomeno che negli ultimi anni si è notevolmente aggravato per il crescente flusso migratorio proveniente dai paesi dell’Africa, purtroppo molti sono i clandestini trovati morti per strada, o vittime di incidenti o reati a cui non è stato possibile dare un identità. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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