Lavori al via,
per la Feltri è
tempo di rinascere

di Giuseppe Zani
L’intervento di mezzi e operai dovrebbe concludersi al massimo entro la fine del mese di giugnoIl presidente Paolo FranchiIl muraglione a fianco della ferrovia che sarà abbattuto e ricostruito
L’intervento di mezzi e operai dovrebbe concludersi al massimo entro la fine del mese di giugnoIl presidente Paolo FranchiIl muraglione a fianco della ferrovia che sarà abbattuto e ricostruito
L’intervento di mezzi e operai dovrebbe concludersi al massimo entro la fine del mese di giugnoIl presidente Paolo FranchiIl muraglione a fianco della ferrovia che sarà abbattuto e ricostruito
L’intervento di mezzi e operai dovrebbe concludersi al massimo entro la fine del mese di giugnoIl presidente Paolo FranchiIl muraglione a fianco della ferrovia che sarà abbattuto e ricostruito

«Si rinasce». Sono le parole con le quali Paolo Franchi, presidente e legale rappresentante della Feltri di Marone, ha dato ieri l’avvio ai lavori di messa in sicurezza dei binari che corrono in fregio al muraglione dello stabilimento divorato dalle fiamme e reso pericolante dall’incendio scoppiato lo scorso 19 aprile.

 

I LAVORI. Lungo quel tratto della linea ferrata sono presenti diversi cavi, compreso quello della fibra ottica, attraverso la quale il personale di Trenord telecomanda il transito dei convogli, agendo da remoto da Iseo. «Protetti con un’apposita copertura gli impianti della ferrovia, il muraglione sarà abbattuto verso l’interno sino a un’altezza di un paio di metri - spiega Paolo Franchi - Ci vorranno almeno otto giorni prima che la circolazione dei treni torni alla normalità». La corsa contro il tempo pare sia dovuta anche alla pesante penale che l’azienda sarebbe tenuta a pagare a Trenord per l’interruzione del servizio di trasporto. Prosegue intanto la bonifica dei quattro capannoni distrutti dalle fiamme: contenevano il reparto giunzioni e il magazzino dei prodotti finiti. «Un lavoro certosino, perché l’Arpa ci ha imposto, giustamente, di tenere separati i diversi tipi di materiali e di smaltirli nel rispetto delle norme vigenti», ancora Franchi. Nel contempo si stanno pulendo e sanificando gli ambienti e i macchinari dei due reparti risparmiati dal fuoco, la tessitura e il finissaggio.

 

«MI AUGURO che la produzione possa riprendere nei due reparti rimasti sostanzialmente integri intorno alla metà di giugno, al massimo verso la fine del mese», si sbilancia Paolo Franchi. Per trovare una sistemazione al reparto giunzioni e al magazzino dei prodotti finiti, garantendo così la continuità del ciclo produttivo, la Feltri Marone spa ha affittato un capannone a Costa Volpino.

 

I TEMPI. Entro al massimo la fine di giugno, dunque, dovrebbero tornare al lavoro non solo tutti e 120 i dipendenti della Feltri, ma anche i 30 addetti che sono impiegati in un laboratorio a essa collegato. I volumi necessari per riportare a Marone i reparti dislocati temporaneamente a Costa Volpino saranno realizzati nel giro al massimo di un paio di anni. «Il muraglione devastato dall’incendio e reso pericolante, come detto, rimarrà al suo posto ma alto solo 2 metri da terra e il nuovo edificio sarà arretrato di 10 metri rispetto alla strada ferrata sulla quale viaggiano i treni - conclude il presidente della Feltri spa - Quello che perdiamo in larghezza lo recupereremo in altezza. Per le autorizzazioni comunali c’è già un’intesa di massima con la controparte. Certo l’investimento cui siamo chiamati a far fronte è davvero ingente. Ma io sono per natura ottimista. Ce la faremo a rinascere. Ce lo chiedono i nostri dipendenti. Ce lo chiede la comunità di Marone, che ci è stata vicina in questo momento molto difficile e delicato». Una ferita ancora aperta per il paese, che ha temuto di perdere un pezzo importante della propria storia e di ritrovarsi con centinaia di famiglie in ginocchio. Ma la paura orami cede il passo alla rinascita.

 

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