La Feltri rinasce
a 4 mesi dal
devastante incendio

di Alessandro Romele
Paolo Franchi
Paolo Franchi
Paolo Franchi
Paolo Franchi

Era la sera del 19 aprile, il venerdì santo. All’improvviso all’interno della Feltri di Marone divampò un incendio. Un rogo dalle proporzioni immani. Le fiamme erano talmente alte da essere scorte nitidamente dalla sponda bergamasca del lago d’Iseo. Il fuoco partito dal magazzino e rapidamente propagato al resto dello stabilimento aveva devastato l’azienda, al punto da costringere le ferrovie a sospendere il transito dei treni sulla linea Brescia-Iseo- Edolo perché i binari erano minacciati da un muro perimetrale pericolante della Feltri.


NESSUNO AVREBBE scommesso che la storica azienda fondata nel 1933 si sarebbe rimessa in piedi in tempi rapidi. Invece da oggi, a meno di quattro mesi dall’incendio, lo stabilimento è tornato interamente agibile. Il primo cittadino di Marone Alessio Rinaldi ha revocata l’ordinanza contingente firmata il 20 aprile, a 24 ore dal devastante incendio. Tutto il sito produttivo è insomma torna nella piena disponibilità dei proprietari. Sbrigate le formalità burocratiche e riattivati i canali con tutti i committenti, la Feltri insomma potrebbe tornare operativa a pieno regime. La circolazione dei treni era tornata regolare il 20 maggio dopo l’abbattimento e la bonifica delle macerie dell’ala lesionata dalle fiamme. Da oggi la Feltri potrà ritornare definitivamente a vivere. Già ad inizio luglio in verità, era ripresa l’attività del reparto tessitura, mentre a Costa Volpino, in un capannone preso in affitto, era stata allestita una giuntatrice automatica. L’Amministrazione comunale guidata da Alessio Rinaldi ha quindi preso atto della completa messa in sicurezza dello stabilimento situato alle spalle del palazzo municipale, a pochi metri dalla stazione e dalla linea ferroviaria e dal centro del paese. Decisivo l’ultimo sopralluogo effettuato nei giorni scorsi dai Vigili del fuoco, dalla Polizia locale e dai tecnici a cui erano state affidate le perizie.


«IL SINDACO - si legge nell’ordinanza - revoca l’inagibilità della struttura e il divieto di accesso allo stabilimento, con il conseguente ritorno alla possibilità di utilizzo della porzione d’immobile utilizzato per le attività industriali». La proprietà sin dall’inizio si era data precisi programmi e scadenze. Ma il cronoprogramma è andato ben oltre le più rosee aspettative. «Non molliamo – aveva dichiarato Paolo Franchi, il direttore dello stabile di Marone durante gli incontri con i dipendenti e i sindacati – e ritorneremo presto alla produzione. Abbiamo gli strumenti e le motivazioni per ripartire». La promessa mantenuta, per la gioia di tutti, lavoratori dipendenti, fornitori, sigle sindacali ed amministrazione comunale. Ora nel volgere di pochi mesi l'azienda potrebbe tornare alla normalità produttiva nello storico sito di Marone. «Attendiamo gli sviluppi – osserva Rinaldi - che siamo certi saranno rapidi, data la volontà della proprietà e della direzione di tornare a lavorare a pieno regime». La Feltri dà lavoro a 120 dipendenti e altri 30 sono impiegati in un laboratorio collegato allo stabilimento principale, ma calcolando anche l’indotto, fra elettricisti, trasportatori e operai addetti alle manutenzioni, si raggiunge la cifra complessiva di 300 persone occupate.


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