Informazioni e prodotti tipici nell’innovativo polo turistico

di S.DUC.
Una veduta aerea della struttura ricavata nell’ex rimessaggioI gestori  del centro polifunzionale rivolto ai turisti del lago di Iseo
Una veduta aerea della struttura ricavata nell’ex rimessaggioI gestori del centro polifunzionale rivolto ai turisti del lago di Iseo
Una veduta aerea della struttura ricavata nell’ex rimessaggioI gestori  del centro polifunzionale rivolto ai turisti del lago di Iseo
Una veduta aerea della struttura ricavata nell’ex rimessaggioI gestori del centro polifunzionale rivolto ai turisti del lago di Iseo

Echi dal passato, architettura dell'800 e un futuro scintillante sono i suggestivi richiami della seconda vita del rimessaggio ferroviario di Paratico. La struttura multifunzionale battezzata Org è stata inaugurata ieri. È frutto di un progetto articolato avviato dal Comune 10 anni fa, ha coinvolto attraverso un bando i privati e l’associazione «Penso dunque viaggio. La gestione è stata affidata a Giuliana Ledda, Elena Ricciardi e Roberto Ghiglia. «Si tratta di un locale ibrido spiega Ghiglia -: un bistrot, con prodotti a chilometro zero, cucina ad alto livello grazie alla mano di uno chef rinomato, 4 unità abitative con 14 posti letto. Il valore aggiunto è un info point rivolto a chi vuole fare dell'esperienza turistica un nuovo concetto di viaggio, dove sarà possibile conoscere e vivere a pieno il territorio». Nel breve termine sarà realizzato anche un centro di noleggio di e-bike. «Cercheremo con il bosco dei taxodi di ricreare un filo rosso conduttore tra le location promuovendo visite guidate - annuncia Silvia Marzoli nella duplice veste di vicesindaco e assessore al Turismo -. La fondazione Fs allestirà un centro didattico e museo di arte ferroviaria. Org sarà il terminale di tutte le iniziative turistiche e naturalistiche». Il sito costruito un secolo fa è stato un dormitorio per i giovani operai della ferrovia. Ma anche una casa fino al 1968 in cui ha vissuto una famiglia di bergamaschi. «Siamo arrivati da Adrara san Martino io mamma, papà e i miei 3 fratelli - racconta emozionato Giuseppe Plebani, che ha voluto far visita al nuovo locale e tra i ricordi di infanzia - è come se fosse ieri, avevo appena 10 anni, si giocava tutto il giorno su e giù dai vagoni del treno e poi le corse sulle rotaie con i miei fratelli e i vicini di casa». Il padre che lavorava da diversi anni per le ferrovie aveva saputo della possibilità di prendere in affitto lo stabile che oramai non faceva più da appoggio agli operai essendo stata dismessa la linea viaggiatori nel 66, «mio padre si occupava del treno merci e del ritiro delle ruote dalla fonderia di Lovere che arrivavano tramite le chiatte. Sono stati gli anni più belli, quelli spensierati. Ho i brividi a pensarci, le risate, il presepio sotto la scala a Natale. Sono anni che non dimenticherò mai, e rivivono oggi qui, guardandomi attorno». •

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