Il lavoro nero
oscura la «terra»
di Christo

di
Nei controlli contro la piaga del lavoro nero si è rivelato strategico il supporto della Motovedetta
Nei controlli contro la piaga del lavoro nero si è rivelato strategico il supporto della Motovedetta
Nei controlli contro la piaga del lavoro nero si è rivelato strategico il supporto della Motovedetta
Nei controlli contro la piaga del lavoro nero si è rivelato strategico il supporto della Motovedetta

Non è tutto oro quel che luccica per l’estate turistica da record del Sebino. Il boom di presenze alimentato dall’effetto Christo, che a tre anni dalla performance mondiale di The Floating Piers continua ad attrarre visitatori, ha portato fisiologicamente con sé anche gli aspetti più oscuri, come il lavoro in nero. A scoprire un fenomeno quasi sconosciuto fino a poco tempo fa sono stati i controlli mirati del Nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro provinciale guidato dal luogotenente Giuseppe Sèrio, condotti in collaborazione con le Compagnie di Chiari e Brescia. Fondamentale nell’attività di contrasto alla manodopera abusiva è stato l’impiego della Motovedetta di Iseo. Nel solo mese di luglio sono state effettuate 21 ispezioni in esercizi pubblici, aziende del settore manifatturiero, tessile, agricolo e attività legate alla filiera turistica. Sono stati controllati camping, ristoranti e alberghi a Montisola, Sale Marasino, Iseo e Sulzano, scovando personale «in nero». SONO IN CORSO ispezioni mirate nel settore zootecnico e nella raccolta dell’uva in Franciacorta. Le ispezioni riguardano le vigne di Ome, Passirano, Cazzago ed Erbusco, «culla» dello spumante Dogc. PER QUANTO riguarda il comparto turistico e della movida, sotto la lente dei carabinieri sono passati 283 lavoratori: dodici sono risultati privi di contratto ed altri tre clandestini sul territorio nazionale. Quattro titolari di bar, ristoranti e alberghi sono stati denunciati. Complessivamente sono state erogate multe e sanzioni per 90 mila euro e sospese le autorizzazioni di quattro attività. I responsabili hanno subito provveduto ad assumere i dipendenti in nero - tranne per i clandestini -, stipulando con gli addetti un contratto di lavoro per almeno 3 mesi, versando i contributi a partire dalla data d’inizio del lavoro accertato e pagando le sanzioni. In questo modo, prodotta tutta la documentazione, hanno potuto riaprire l’attività. Il fenomeno del lavoro sommerso è l’effetto collaterale dell’esplosione del turismo sul lago di Iseo e della Franciacorta che, secondo le proiezioni, punta a ritoccare al rialzo la quota di 1,4 milioni di presenze registrate nel 2018. Tra le località più visitate Iseo e Montisola, ma sale l’appeal di Marone e Pisogne. •

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