Il giro delle auto «fantasma» aveva fruttato oltre un milione

di Alessandro Romele
Imponente il parco auto a disposizione della banda di malviventiUn momento della conferenza stampa al comando provincialeL’operazione è stata svolta dai carabinieri della stazione di Marone
Imponente il parco auto a disposizione della banda di malviventiUn momento della conferenza stampa al comando provincialeL’operazione è stata svolta dai carabinieri della stazione di Marone
Imponente il parco auto a disposizione della banda di malviventiUn momento della conferenza stampa al comando provincialeL’operazione è stata svolta dai carabinieri della stazione di Marone
Imponente il parco auto a disposizione della banda di malviventiUn momento della conferenza stampa al comando provincialeL’operazione è stata svolta dai carabinieri della stazione di Marone

Acquistavano a poche centinaia di euro auto gravate da pignoramento, se le intestavano, le assicuravano e poi le noleggiavano a lungo termine» dietro il corrispettivo di alcune migliaia di euro a chi aveva bisogno di una vettura sicura per i suoi affari illeciti. Per questo business in cinque sono finiti nei guai per fittizia intestazione dei veicoli e truffa ai danni dello stato. SI TRATTA di pregiudicati nullatenenti: un 54enne bresciano residente a Cevo, un 27enne romeno residente a Fara Gera d’Adda, una 45enne romena residente a Cassano d’Adda, un 26enne romeno residente a Trezzo sull’Adda; un 27enne romeno residente a Berbenno. La banda «trattava» autovetture di altissima gamma, si limitava a offrire a chi si rivolgeva loro un mezzo il più «pulito» possibile. Per gli inquirenti il fatturato del gruppo criminale si aggirava intorno 1,1 milioni di euro. Le auto sono ora destinate alla confisca. IL GRUPPO criminale vendeva le auto in nero e senza passaggio di proprietà per evitare di lasciare tracce fiscali. Chi le acquistava, lo faceva pagandole un prezzo basso rispetto al valore reale di mercato. I carabinieri di Marone, supportati dai colleghi della compagnia di Chiari e dagli agenti della polizia Giudiziaria di Milano, ha posto fine a questo mercato che partendo dal Sebino, si sviluppava a tutta Europa. «In Italia – ricorda il maggiore Carlo Pessini, comandante della compagnia carabinieri di Chiari – non è possibile guidare un’auto intestata a qualcun altro che non abbia legami o vincoli di parentela». Scatta, in questo caso, la sanzione amministrativa di 544 euro. «I militari di Marone – continua il maggiore – hanno fermato alcune persone pregiudicate notando che erano alla guida un’auto intestata ad altre persone». Indagini più approfondite hanno permesso di individuare nel piccolo gruppo di 5 persone, un parco macchine di oltre 200 automobili. «ERANO TUTTI dotati di partita Iva – ha proseguito Pessini - acquistavano macchine approfittando della legge Dini, pagando una bassa quota per il passaggio di proprietà. Quindi le rivendevano in nero, facendoci un bel guadagno». Una volta convocati in caserma, hanno riferito di non sapere dove si trovano i mezzi e nemmeno chi li abbia in uso. Accertata la fittizia intestazione i militari hanno proceduto all’elevazione dei verbali di contestazione di violazione del Codice della Strada, per un totale di 78.336 euro a carico degli intestatari. Gli stessi sono stati inoltre deferiti all’Autorità Giudiziaria per reato favoreggiamento reale, errore determinato dall’altrui inganno, falsità ideologica e truffa ai danni dello Stato. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti